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27.3 Storia/1939 Polonia:il vittimismo dell’ aggressore nazista ricorda quello di Putin….

Brano tratto da 1939 -1945 il racconto della guerra giusta vol1 e book di Pierluigi Raccagni gratuito dal 27 marzo al 31 marzo

1939. PIANO BIANCO
Fin dalla primavera del 1939 il piano tedesco di invasione della Polonia
era stato elaborato con un obiettivo strategico ben definito che andava
al di là del corridoio di Danzica: secondo l‟imbianchino criminale bisognava distruggere la Polonia come popolo, per cui il massacro dell‟élite
culturale era il minimo che si potesse fare per togliere alla Polonia qualsiasi speranza nel futuro.
“Ogni guerra costa sangue e l’odore del sangue risveglia negli uomini
tutti gli istinti che albergano in noi fin dai primordi: brutalità, follia
omicida, e tanti altri. Tutto il resto è futile chiacchiera.


Una guerra che non sia spietata esiste solo in cervelli esangui”.
Così parlò Hitler ai suoi generali nell‟agosto del 1939.
La notte del 31 agosto tutto era pronto.
La direttiva inviata dal Führer alle forze armate era chiara più della sua
balbettante messinscena vittimista:


“visto che non possiamo trovare nessun mezzo pacifico per porre termine alla situazione intollerabile sulla frontiera orientale…l‟attacco alla Polonia dovrà essere eseguito secondo le disposizioni previste nel
Piano Bianco”
Data dell’attacco:
1° settembre 1939
ora d’attacco: 04:45
Situazione intollerabile per la Germania?
Che sarà mai?
Anche qui poca fantasia, ma molta attitudine verso il crimine.
I nazisti, non si inventavano proprio niente.
Bastava organizzarsi, per una carneficina coi fiocchi.
Da sei giorni Alfred Naujocks, intellettuale delle SS, figlio di un dro-
ghiere di Kiel, si trovava in quel di Gleiwitz, sulla frontiera polacca, in
attesa di effettuare un attacco simulato polacco contro la stazione radio
tedesca di quella cittadina.

Ci dovevano essere tanti finti attacchi polacchi alla povera Germania,
che a sua volta, sarebbe stata nel diritto di contrattaccare: la principale
delle mistificazioni doveva avvenire appunto a Gleiwitz.
Uomini delle SS, con uniformi polacche, cominciarono a sparare contro
la stazione radio tedesca.
Erano stati portati dei detenuti, drogati, che erano internati nei campi
di concentramento con uniformi tedesche.
Dopo una breve sparatoria gli uomini di Naujocks entrarono nell‟edifi-
cio e lo occuparono il tempo necessario per trasmettere un comunicato
in lingua polacca in cui in pratica si legittimava lo stato di guerra fra
Polonia e Germania.
Sull‟episodio c‟era la lunga mano di un criminale tra i più amati da Hit-
ler: Reinhard Heydrich, capo del servizio segreto tedesco, che il 10 agosto aveva incontrato Naujocks per concordare l‟azione.
Vediamo come lo racconta Laurent Binet ne “Il cervello di Himmler si
chiama Heydrich”, Torino 2011: “Sono passati quattordici giorni da
quando lo Sturmbannführer delle SS Alfred Naujocks è arrivato in in-
cognito nella città di Gleiwitz, alla frontiera fra Germania e Polonia,
nella Slesia tedesca: ha minuziosamente preparato il suo misfatto e ora
attende. Heydrich lo ha chiamato ieri a mezzogiorno, per chiedergli di
definire un ultimo particolare con” Gestapo” Muller, che si è spostato
di persona e alloggia nella vicina città di Oppeln.
Muller deve conferirgli il cosiddetto “barattolo di conserva”.
“Sono le quattro del mattino quando suona il telefono nella sua camera
d‟albergo. Afferra il ricevitore, gli chiedono di richiamare la Wilhelm-
strasse.
All‟altro capo del filo la voce acuta di Heydrich gli dice “la nonna è
morta”. È il segnale che l‟operazione Tannenberg può iniziare”.
A Varsavia si nutriva la speranza di un intervento francese.
Le speranze andarono deluse ben presto, non solo i francesi non attac –
carono, ma a Est i sovietici entrarono in territorio polacco.
E che l‟intervento francese e inglese era considerato una grazia divina
ce lo spiega W. Szpilman: ne “Il pianista, op. cit. pag. 30

“Quando qualcuno vi costringe alla guerra,esiste una sola soluzione: vincerla” ( J.Littell)

L’autore delle Benevole,sontuoso libro da leggere tutto d’un fiato perchè tratta la seconda guerra mondiale dal punto di vista di un carnefice delle SS, non molto tempo fa sul Corriere della Sera ha scritto in modo lapidario un articolo sulla guerra in Ucraina che taglia il cordone ombelicale fra chi non sostiene Putin, ma nemmeno Zelensky,in un’equidistanza generica vs. la guerra.

La frase del titolo, oggettivamente non contestabile, ci dice che storicamente essere costretti a difendersi vs.chi è più forte comporta un prezzo di dolore e sangue che è difficile negoziare parlando di costo delle armi,delle bollette del gas e della luce.

Quando si invita Zelensky a cedere qualcosa in modo da consentire un negoziato si fa un dono più alla propria coscienza,contraria giustamente alla guerra,che al popolo ucraino che ha chiaramente dichiarato di essere un popolo unito per la libertà.

La Nato ha permesso il’ 68 in Europa,il patto di Varsavia ha negato il 68 in Cecoslovacchia… come pensava pure Berlinguer,vogliamo negare la resistenza agli ucraini ?

Sembra che ai pacifisti pro Putin non freghi niente di avere a che fare con un dittatore che invade stati di diritto,ammazza gente innocente, reprime il dissenso interno con l’assassinio.

Non vorrei essere provocatorio nella liturgia de sinistra,ma chi vuole fare finire la guerra imperialista dovrebbe fare quello che Lenin fece.

Trasformare la guerra fra nazioni in guerra civile con queste parole: “la rivoluzione significa la più intensa,furiosa ,disperata lotta di classe e guerra civile”

Quindi sempre di uccidere si tratta,come nella rivoluzione francese,americana,russa,come nella guerra civile in Italia,come nell’antifascismo contro i nazisti etcetcetcetc come in tutte le guerre civili levatrici della storia per dirla alla Karl Marx.

Cosa brutta la guerra imperialista,ma la guerra civile non è un pranzo di gala.

Se poi la paura della guerra significa quiete,pace superficiale, possibilità di alternare guerra e pace a seconda delle buone letture,allora i titolari del no war si facciano indietro, perché i posti delle anime belle sono già tutti occupati.

Ma la criminalità di Putin,amico di Trump e Khamenei non merita la pace, che sarebbe terrificante comunque,senza la giustizia.

Merita giustizia non dai tribunali della storia,ma da quella degli offesi.( dai 6 ai 14mila bambini deportati in Russia dall’Ucraina,proprio come fecero i nazisti di Rosenberg)

A meno che non si ritirino le truppe a prima del 24 febbraio e venga indetto un referendum vero su Donbass e Crimea,ad esempio.

Alla fine un rimando filosofico: ‘ io vado a morire,voi a vivere,solo il dio sa qual è la cosa migliore” – Socrate.

22.3 La società signorile di massa e i bisogni dei neo proletari…

Luca Ricolfi,indubbiamente uno dei pochi intellettuali liberali in circolazione a parlare chiaro di fisica sociale,ma chiamala se vuoi sociologia, non è certo di sinistra,ma va commentato.

Quando dichiarò che un ceto medio signorile voleva vivere al di sopra delle proprie possibilità, secondo me,azzeccò perfettamente lo status mentale di milioni di italiani.

Mi ricordo la fortuna scientifica di Paul Ginsborg nella definizione degli anni novanta ,” di ceto medio riflettente” per indicare quell’insieme di iniziative che pur non provenendo dal tradizionale proletariato storico erano comunque funzionali all’idea progressista. ( Girotondi,poi Sardine ,poi raccolta di firme di migliaia di associazioni,ad esempio)

Tutte nobili iniziative,ma fuori dalla storia dei movimenti della sinistra di classe.

Anche oggi nel terzo millennio il ceto medio che si sente impoverito, rimane comunque una massa signorile che non partecipa all’idea di nuovo proletariato.

Diverso essere disperati in questa parte del globo, che vuol dire non poter consumare la propria vita oggettivamente in bisogni elementari come un lavoro,una casa, un desiderio di maggiore sicurezza,oppure essere poveri pur lavorando.

Quando si parla di ceto medio impoverito si dice una verità storica,ma, penso io, il ceto medio più povero come classe,non farà mai una rivoluzione come quelle viste nel secolo scorso da parte del proletariato storico.

Inutile,come è uso di una certa sinistra clone degli anni settanta, ma solo parolaia, continuare a predicare rivoluzioni proletarie, che comportano sacrifici inenarrabili,compresa la perdita della vita umana.

( Nella Parigi che brucia per le pensioni non manca il pane…manco le brioches, a dire il vero)

Se non hai niente da perdere è un conto,guarda il proletariato di Gaza o di altri ghetti urbani, ad esempio.

Ma se fai parte di un emisfero fortunato come il nostro,corroborato da un secolo di lotte per l’emancipazione, sperare in un ennesimo assalto al cielo,rimane una consolazione filistea per quello che non si è mai provato.

Non arrivare alla fine del mese,far parte di una fila di disgraziati che non possono mettere insieme pranzo e cena,dormire in macchina perché sfrattati è una vergogna, soprattutto oggi.

Quando un ceto signorile massificato si lamenta di non poter consumare come una volta però, questo non è argomento finalizzato all’emancipazione delle sofferenze sociali.

Ceto medio di tutto il mondo unitevi,non lo ha scritto nessuno.

Il reddito di inclusione,ad esempio,sarebbe un primo passo per togliere dal bisogni elementari i più disagiati.

Se si guarda alla riforma fiscale,infatti,ci si accorge che al ceto medio impoverito vengono dati incentivi per consumare,ai veri poveri invece si toglie e basta.

Elly Schlein non deve fare la rivoluzione d’ottobre..per essere di sinistra

Insomma non va mai bene per i sinistri di qualità.

Se leggi le critiche da sinistra alla Schlein ti sembra di leggere le diffamazioni tipiche della destra: ricca,ebrea,svizzera,americana,lesbica,etc,etc,radicale chic….

Avesse vinto Bonaccini,sempre per gli stessi, il PD sarebbe stato degradato ingloriosamente fra entità crepuscolari di pessimo gusto.

Ha vinto Elly Schlein,che non può soddisfare immediatamente l’ansia di rinnovamento che viene da un eterogeneo popolo di sinistra,e che soprattutto deve scalare una montagna di difficoltà mai viste in una situazione di incertezza per la democrazia come questa.

A destra a lungo andare può darsi ci sarà la fuoriuscita di quei cattolici di sinistra che non vogliono negare le origini democristiane, a sinistra ci sarà una gara per riprendersi la nomea almeno socialista di una rappresentanza. ( Vedi Sanders,ad esempio).

Che una donna sia segretaria del PD è bene, perché a forza di parlare di questione femminile l’unica donna veramente al potere è la Meloni.

Pretendere che Elly cambi tutto in un mese è un po’ ingeneroso verso chi comunque si è schierata in modo partigiano a fianco degli sconfitti dalle disuguaglianze,civili e sociali,che non sono in contraddizione come vorrebbero la destra sociale e il leghismo.

Alla sua elezione avevo scritto che la speranza è che si occupasse dei nuovi banditi dell’Italia meloniana in tutta la sua meschinità.

Cioè di quelli messi al bando dall’opinione pubblica reazionaria come migranti,anarchici,sfruttati in cerca di Rdc ,lavoratori mal pagati,figli di famiglie arcobaleno e se ho dimenticato qualcuno me ne scuso.

Soprattutto spero che intervenga sul clientelismo territoriale e di apparato del partito che non merita nulla e che ha fatto disastri clientelari.

A ottobre vedremo se sarà pronta per la presa del Palazzo d’inverno.

Elly Schlein è sulle scale…tranquilli

18.3 Fausto e Iaio 45 anni dopo sarebbero stati con gli sfruttati e gli emarginati…

45 anni dopo difficile anche per me,la cui nomea è ormai quella di essere stato il professore di Fausto Tinelli al liceo artistico I,non rientrare nella retorica di circostanza.

Non che mi interessi molto fare bella figura, perché al di là delle parole la fratellanza coi ragazzi morti,coi familiari,con i compagni di classe del 1978 è ed è stata autentica.

Quindi siccome i nostri sogni di quegli anni si sono trasformati in incubi di impotenza democratica, non rimane che andare in via Mancinelli alle 15,30 per salutare ancora una volta i ragazzi che amavano il blues e lo stare insieme.

Che i fascisti di allora siano al governo non mi fa paura .

Pure se Milano in primavera non si tinge di rosso come una volta,si ricorda con nostalgia la manifestazione corale,quasi ecumenica con la quale accompagnammo Fausto e Iaio.

La tensione ideale che mi unisce a migliaia di amici e compagni non si cura delle anime morte di oggi.

Quelli che hanno ucciso Fausto e Iaio sono liberi,insomma l’hanno svangata.

Ma noi non siamo morti,come non lo sono tutti i ragazzi che hanno dato la vita per un mondo migliore.

Quasi dopo mezzo secolo siamo qui,insieme alla manifestazione per Dax,a poche centinaia di metri da via Mancinelli.

Il mondo che sognavamo sta ancora nei nostri cuori,ma non sappiamo come potrebbe essere.

Ciao Fausto,ciao Iaio,lacrime intrise di rabbia per voi e per quelli come voi ,giovani proletari,che patiscono il fatto di essere ancora pronti a schierarsi con gli sfruttati.

15.3 Sentire su di sé le sofferenze altrui, è quello che differenzia la democrazia vera dalla barbarie..

Quello che resta alla scassatissima sinistra è percepire non tanto la valenza salvifica di una rivoluzione politica, quanto la pressione intima della sofferenza altrui.

Non è poco,direi.

È tutto quello che si può sperare per difendersi da un miscuglio di una cultura sempre meno illuminista,meno rivolta alla tradizione greco giudaico cristiana e sempre più rivolta al mercato e all’homo homini lupus.

La mentalità para fascista di oggi è l’ennesima quintessenza dell’esaltazione della volgarità e dell’arroganza di chi,volendo governare, manca di profonda cultura, di pietas, di solidarietà con i miserabili.

In questo senso pure Ernesto Galli della Loggia ha scritto un articolo sul Corsera dell’altro ieri, nel quale sostiene che Meloni e soci non hanno un linguaggio adeguato al sentire comune civile e democratico .

In pratica il professore liberale e anticomunista si è accorto,secondo me, che i Piantedosi,i karaoke degli imbecilli di talento,il vomitare sugli immigrati avvengono perché ai governanti di estrema destra manca un passato di profonda ricerca dialettica filosofica e umanistica,patrimonio della egemonia gramsciana.

Per cui ,aggiungo, lo sdoganamento definitivo di un razzismo repellente come mentalità di difesa degli interessi nazionali è entrato nelle case degli italiani spinto anche dal lessico dei bottegai neri dello spirito fascio – leghista.

Abbiamo visto i pescatori di Cutro piangere le vittime del naufragio come propri figli e nel contempo la faccia di un presidente del Consiglio incapace di cogliere la sostanza del momento,il senso del dolore,il superamento dell’ideologia del noi e loro.

Uno spettacolo di impotenza,di superficialità,di pavidità che non mi aspettavo da chi si è presentata come donna e madre cristiana underdog.

Ossessionati dai diritti civili,( i figli delle coppie gay discriminati),paranoici sulla diversità di qualsiasi genere,mostrano compassione verso gli ultimi,manco fossero solo cani abbandonati

Per la sinistra,ma soprattutto per gli esseri umani,essere diversi dalla ermeneutica della banalità del karaoke, conferisce senso alla lotta per un mondo meno ingiusto.

NB anche ad una certa sinistra comunque il lessico fascista non è estraneo ….vedi il settarismo apodittico sulla macelleria russa in Ucraina.

13.3 Adesso per Conte è finito il trasformismo…speriamo

Da Salvatore della patria, l’ennesimo,a sciagura nazionale: in Italia il passo è breve.

Giuseppe Conte,osannato sia nel primo governo giallo – verde,sia nel secondo giallo – rosso e ‘stato l’unico presidente del consiglio ad aver guidato due esecutivi in netta antitesi fra loro.

Ora che aveva trovato,fortuna sua, una collocazione,diciamo progressista, si trova a dover gestire patate bollenti non da poco.

Quella più grossa riguarda l’avviso di garanzia, insieme a Speranza allora ministro sanità e Fontana allora e attuale governatore della Regione Lombardia, nonché Gallera allora assessore alla Sanità lombarda, inviatogli per omicidio colposo nella zona del Bergamasco che causò migliaia di morti nel febbraio del 2020.

Come si ricorderà la non estensione della zona rossa in quell’area industriale,caldeggiato da settori nordisti di Confindustria,fu oggetto di polemiche drammatiche in quel periodo triste e funesto.

La magistratura sostiene che niente fu fatto in quel febbraio del 2020,quando le informazioni sulla pandemia erano di fine gennaio.

Giuseppi, così lo chiamò Trump ,poi si riprese ampiamente quando portò a casa i soldi del Ricovery Plan.

Poi fu osannato da non pochi per il Rdc,che,non dimentichiamolo,ha consentito ad un milione di persone di uscire dalla povertà assoluta .

Infine con il Superbonus,si diceva, riuscì a fare ripartire un ‘ Italia collassata dalla pandemia.

Ora tutte queste cose gli vengono rinfacciate in modo anche strumentale e opportunista,secondo me.

Sì, per un biennio è stato campione di trasformismo oscillando fra leghismo e PD e populismo facilone,ma il momento era davvero particolare

Ci davano tutti alla canna del gas come paese dell’Ue e Giuseppi ha cercato di stare a galla come avvocato del popolo.

Anche con poco pudore, avallando i taxi del mare di Di Maio e i decreti sicurezza di Salvini, vere sciagure morali e materiali i cui disastri sono evidenti dopo Mare Nostrum.

In più,si capiva poco se Giuseppe Conte avesse deciso di schierarsi apertamente vs.il ritorno del fascismo 2.0.

Come sanno coloro i quali seguono questo blog ho rivendicato di non aver mai pensato lontanamente di votare 5 stelle, né con Grillo, né con Conte.

Non fanno parte della mia storia.

Ma quello di farlo passare per un populista demagogo e pure assassino mi sembra una forzatura destrorsa non accettabile dal buon senso e dai fatti.

Su Brembo valuterà la magistratura ( e non è un modo di dire),sul Rdc l’ineguaglianza sociale è più forte di una legge che garantisce un reddito di inclusione in vigore in quasi tutti i paesi europei,sul Superbonus,che ha portato il deficit all’8 per cento ,per forza c’è da salvare migliaia di posti di lavoro.

Le ricette neoliberiste di Renzi,Calenda,Meloni,e padroni del vapore non saranno la soluzione del problema Conte.

La cosa sconcertante è che la Destra,che ai tempi voleva riaprire tutto in piena pandemia,oggi chieda una commissione d’inchiesta,che finirà in vacca.

Giuseppe Conte è quello che tiene la bandiera rossa

10.3 Il vice presidente del Con(s)iglio: come lui nessuno

Prendi i soldi e scappa.

Matteo Salvini, ex ministro degli interni e ora Vicepresidente del con(s)iglio, quando si tratta di migranti e zecche dei centri sociali e anarchici fa il verso del leone ragliando come un asino.

Quando si tratta di prendersi delle responsabilità per cui è lautamente pagato scappa come un coniglio .

La sintesi non è mia.

Lo chiamano così in ambienti politici parlamentari, soprattutto dopo la strage di Cutro,dove ha accusato l’opposizione e certa stampa ideologizzata di aver insultato la Guardia Costiera italiana per il ritardo nei soccorsi dei migranti in mare.

In realtà il vicepresidente del con(s)iglio, quello che lasciò la Diciotti in mare con donne e bambini a bordo per giorni,non permettendo ad una nave della Marina italiana di entrare in porto, si palesa come un bugiardo di dimensioni mai viste.

Fosse solo questo,sarebbe già grave per le istituzioni.

Ma c’è di più,molto di più.

La sua psicoideologia razziale è da sempre contro chi fugge da guerra e miseria per venire in Europa per darsi una speranza di vita.

È sempre stato d’accordo con i muri di Trump,di Orban,di Le Pen,era schierato con Putin e il suo sciovinismo: più fascio che leghista.

Insomma per tenersi stretti i voti degli impiegati della paura,della discriminazione,della reazione davanti ad un mondo che cambia, sputa su chi soffre,ostentando il rosario in mano,citando pure il Papa quando Bergoglio parla della criminalità degli scafisti.

Il personaggio più inquietante e più grottesco è lui: senza idee democratiche,senza rispetto vero per chi si trova in difficoltà.

La sua posizione nell’affrontare il problema immigrazione è solo muscolare e punitiva verso gli scafisti, ad esempio.

Continua a frignare ché l’ Europa lascia l’Italia da sola,ma nel contempo è in linea con il leader britannico ( uscito dalla Ue) che in questi giorni ha paventato il provvedimento di negare il diritto d’asilo,contravvenendo alla convenzione di Ginevra.

Chi l’avrebbe detto che Giorgina sulla questione migranti sarebbe stata più europea del Coniglio che vuole reintrodurre i decreti sicurezza?

In questo modo Mister Rabbit scappa dal problema reale perché in fondo la non regolarizzazione dei clandestini fa comodo alla sua politica emergenziale.

Perché se il momdo è già difficile per noi cittadini del G 7,figuriamoci per chi è nato in paesi nei quali la vita stessa è costantemente in pericolo.

Chi ha di più dovrebbe fare di più per gli altri, per essere concreti nella solidarietà bisogna mettersi nei panni dei più disgraziati.

E il vicepresidente del Coniglio è incompatibile con la civiltà dell’accoglienza.

Ma non solo lui.

8 marzo 2023:donne,vita, libertà,sfruttate di tutto il mondo unitevi

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