Un primo maggio di lavoro per i crumiri del governo e della maggioranza che avevano disertato l’aula per approvare il Def .
Si sono rifatti cercando un contenuto dialogico e condiviso con i sindacati.
Fumo negli occhi,chiacchiere a go go,e poco altro se non più precarietà per i lavoratori in generale più poveri.
L’ultimo paese per salari in Europa,con una condizione di lavoro schiavistica in tante regioni d’Italia,che nel primo articolo della Costituzione antifascista recita che la Repubblica è fondata sul lavoro,ha trovato finalmente un governo che parla chiaro: lo sfruttamento rende liberi.
Da una parte l’aumento del welfare per non lasciare indietro i più disagiati,i più malati,i più soli è il manifesto pop di ogni buon governo.
Compresi quelli di centro sinistra,scontato.
La propaganda governativa al grande taglio del cuneo fiscale, con tanto di show sul paternalismo verso i più deboli, è patetico e insieme una parodia di riforma del lavoro.
Solo che il governo,che lavora pure il primo maggio,ha già lasciato indietro quello che poteva; la sua politica del solito tirare a campare reazionario e nazionalista ha messo in discussione addirittura l’essenza del Primo Maggio: la lotta alle ingiustizie sociali.
In fondo se non fosse per le continue provocazioni vs. le conquiste di operai e contadini nel corso del secolo scorso ( 25 aprile, 1 maggio), per il resto simula un liberismo fatto di mance,bonus,familismo da difesa della razza,tipo tassa sul celibato.
Poca roba,dai, anche se le previsioni sul PIL sono buone,lo spread è calato,la produzione tiene bene e c’è il taglietto fiscale fino a dicembre.
Pure Mussolini instaurò un Welfare statale che voleva coprire pensioni,infortuni,asili,scuole: l’analfabetismo rimase record,lo sfruttamento feroce,i privilegi dei gerarchi da vomito
Quasi,quasi viene da pensare che anche ieri primo maggio, Fdi e compagni di merende abbiano abbracciato,al di là della facciata, il vecchio e onnipresente motto andreottiano : meglio tirare a campare,che tirare le cuoia.
Se poi nella giornata della Festa del lavoro si vuole abolire pure il reddito di cittadinanza,qualcuno indietro rimarrà sempre più povero.
Niente problemi: salario minimo,taglio vero del cuneo fiscale,lotta ai privilegi di chi ha troppo,rilancio di sistemi di produzione ecologica, investimenti sulla sanità,conversione dei contratti a termine a tempo indeterminato…ciao bella.

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