Sulla Lettura del Corriere della Sera di qualche tempo fa un interessante e puntuale articolo di Carolina de Stefano metteva in risalto gli elementi fondativi del pensiero di Vladimir Putin.

Lo zar paranoico ama spesso citare il pensatote russo Ivan Il’in,hegeliano di destra,che vede la Russia come un’essenza metafisica immortale.

Si parla infatti di anima russa, di autoritarismo benevole degli zar e dell”Unione Sovietica,di un eccezionalismo russo antioccidentale,benefico per l’intera umanità

D’ altronde i continui riferimenti ad una Russia Uber alles mortificata dalla cultura occidentale e’un rituale macabro che spiega l’ ontologia del massacro verso i dissidenti o le altre nazioni.

Insomma oltre che continuare a paragonare la Nato ai nazisti,Putin non sa cosa dire se non riandare con la memoria ad un passato anticomunista dell’ Occidente liberale ( vero),dove comunque la sua Russia non aveva perso il fascino di avere un’ anima che trascende la storia.

Tutta la storia della Russia,da Pietro il Granfe in poi,oscilla fra Occidente e Oriente.

Ma lo spirito assoluto per Putin si è travestito di una mistica da Mein Kampf dove trionfa la violenza contro ogni tipo di dissidenza.

Quando ci si sente superiori agli altri popoli per emanazione divina si finisce nel bagno di sangue.

Non credo si possa mettere in dubbio la potenza di tutta la cultura russa che è sempre stata la benvenuta anche in Occidente, e che qualche zelante burocrate ha negato dopo la guerra di Putin.

Ma sono le culture a fare la civiltà,la fede nella supremazia sciovinista e nazionalista è solo barbarie.