La Parigi in fiamme anche ieri per scontri manifestanti – forze dell’ordine,non fa più scalpore.

Le dodici giornate di sciopero nazionale in Francia vs.il.governo Macron, reo di aumentare l ‘ età pensionabile da 62 a 64 anni, in sette anni, ha fatto dire ai sindacati italiani e al mondo del lavoro che i francesi hanno la rivoluzione nel sangue dal 1789.

Può darsi che sia così.

Però negli anni settanta si diceva in tutta Europa che la classe operaia italiana era la più combattiva del Continente.

Non per niente fascisti,padronato reazionario,stato deviato etc misero in atto lo stragismo proprio per arginare un autunno caldo che non finiva mai.

Oggi la situazione è completamente ribaltata.

Davanti a un documento di economia e finanza dalle risorse insufficienti,i sindacati confederali dichiarano la solita mobilitazione figurativa.

Un rito,quasi un gioco delle parti.

Non perché la gente dorma i sonni tranquilli di una pace sociale,che impoverisce.

Ma perché l’arte di arrangiarsi è la vera arma del vecchio e nuovo ceto operaio e impiegatizio a tutti i livelli.

Straordinari obbligatori quasi non pagati o pagati al nero,contratti fittizi,parcellizzazione dei bonus a seconda di come vanno i profitti dell’ azienda,accordi in deroga: tutto si fa per non aumentare diritti e salario reale.

Per cui le strade si riempiono di disperati senza tutela, soggettività in affanno dei sindacati di base,ma mai di masse compatte per obiettivi di lotta comune come in Francia,ma anche in Germania.

Sono quelli che vengono chiamati lavoratori poveri,ma anche perduti nella ferocia dell’indifferenza sociale.

Con un’inflazione galoppante,con salari che salgono a pochi spiccioli al minimo,con aree di vera depressione economica, la ribellione sarebbe auspicabile,per tutto il tessuto democratico.

I sindacati non lo dicono o lo dicono sottovoce: i lavoratori non hanno voglia di scioperare,non detengono rapporti di forza,sono ricattati falla delocalizzazione ,dalla rivoluzione tecnologica ,la sinistra in generale gli ha abbandonati: cosa possono fare?

E poi anche a sinistra un certo liberalismo cafone e straccione ha fatto scuola.

Così nuovi e vecchi luminari dello sfruttamento,da sempre maggiordomi del profitto da squali,la fanno da padroni con il loro paternalismo squallido che vede i lavoratori solo come appendice del capitale ( il codice degli appalti di Salvini è la difesa della razza padrona).

Si parla di capitale umano come si parlasse di un ingombro della vita produttiva.

Se c’è disoccupazione e perché i giovani non hanno voglia di lavorare, perché i pensionati sono troppi, perché la colpa del disagio psichico ed esistenziale è sempre di chi non ha ,compresi quei migranti che vengono usati per calmierare il mercato del lavoro al ribasso.

Il salario minimo garantito per tutti,quindi, dovrebbe essere l’inizio del movimento della lutte continue.