Parte prima
E book gratuito da l’ 11 al 15 aprile di Pierluigi Raccagni
- IL MASSACRO ANNUNCIATO
Il 12 ottobre Mussolini apprese la notizia che Hitler aveva occupato i pozzi petroliferi della Romania.
Reagì a suo modo, con l’avventurismo di uno squadrista e l’incapacità di un povero caporale frustrato dai suoi superiori: “Hitler mi mette sempre di fronte al fatto compiuto. Questa volta lo ripago della stessa moneta.
Saprà dai giornali che ho occupato la Grecia, così l’equilibrio verrà ristabilito”.
Poi, la solita enfasi: “Do le dimissioni da italiano se qualcuno trova difficoltà a battersi coi greci”.
Questa volta, e la vicenda può risultare strana, trovò il consenso del genero Ciano che solitamente, anche se il destinatario del suo scetticismo erano i propri Diari, non sembrava molto ottimista sull’alleanza con la Germania e la guerra parallela.
La sola spiegazione della guerra in Grecia comunque non può essere quella dello scontro fra lo scalcinato capitalismo italiano contrapposto al potente capitalismo tedesco.
Anche se non si può negare che in quell’area vi erano concreti interessi economici divergenti fra le due nazioni.
Perché Mussolini aggredì la Grecia?
In primo luogo per ripagarsi delle prevaricazioni di Hitler, sempre vincitore, mentre il Duce aveva rubacchiato qualche conquista in Francia, per merito dei tedeschi.
In seconda istanza c’era la sopravvalutazione dell’esercito italiano da parte di Mussolini convinto dai suoi collaboratori più servili che l’impresa sarebbe stata una passeggiata.
A tal proposito occorre tener presente quello che dichiarò il generale Visconti Prasca per assicurare il Duce sulla fattibilità dell’intervento in Grecia.
Il diretto responsabile dell’operazione disse che le poche divisioni a disposizione risultavano fin troppe.
L’operazione, per il generale, era stata preparata fin nei minimi parti- colari. Lo spirito delle truppe era altissimo, c’era un tal entusiasmo che era difficile tenere a bada ufficiali e soldati che desideravano combattere.
Quando Mussolini disse di non badare troppo alle perdite il generale rispose che i suoi ordini prevedevano di attaccare sempre e comunque. Sia che fosse il problema del nichelio che interessava la famiglia Ciano, sia che fosse per il materiale ferroviario conteso ai greci, sia che fosse per mostrare indipendenza dalla Germania nazista, la campagna di Grecia non fu solo una squallida avventura dal punto di vista morale e militare.
Fu anche un grossolano errore politico da parte di Mussolini.
Il 17 agosto Ribbentrop in un colloquio con l’ambasciatore italiano in Germania Alfieri aveva ribadito i seguenti punti: bisognava mettere da parte qualsiasi progetto contro la Jugoslavia, un’eventuale azione contro la Grecia non era gradita a Berlino
Quindi Mussolini sapeva benissimo che Hitler non ne voleva sapere di aprire un fronte in Grecia che poteva mettere in discussione l’interesse dei nazisti verso i pozzi petroliferi della Romania, contesi dalla presenza dell’URSS, che aveva invaso la Bucovina del Nord e la Bessarabia. Mussolini e Hitler avevano una salda amicizia, più Hitler, sincero ammiratore del Duce, suo precursore, che Mussolini invidioso e accidioso per i successi militari del suo amico-rivale tedesco, ma non avevano un grande collaborazione sul piano politico perché Hitler diffidava della monarchia italiana, del Re, di Badoglio e della classe dirigente fascista incapaci di combattere.
E Mussolini diffidava di Hitler, perché questi non lo metteva mai al corrente dei suoi piani.
Mussolini era incantato dalla sicurezza di Hitler sul piano militare e della forza, ma lo riteneva inferiore dal punto di vista politico: la sua visione fascista del mondo, in fondo, aveva sempre trovato credito an- che presso le potenze occidentali prima dello scoppio della guerra.
Con tali presupposti è facile capire perché la Grecia fu il segnale di quella rottura nell’Asse che si trascinerà fra diffidenze reciproche, fino al collasso finale dei due dittatori nazi-fascisti.…
I soldati che andarono al fronte, però, furono uomini in carne ed ossa, contadini e operai pronti come sempre per una macelleria comandata dalla criminale superficialità del regime fascista.

Continua il 19 aprile
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