45 anni dopo difficile anche per me,la cui nomea è ormai quella di essere stato il professore di Fausto Tinelli al liceo artistico I,non rientrare nella retorica di circostanza.

Non che mi interessi molto fare bella figura, perché al di là delle parole la fratellanza coi ragazzi morti,coi familiari,con i compagni di classe del 1978 è ed è stata autentica.

Quindi siccome i nostri sogni di quegli anni si sono trasformati in incubi di impotenza democratica, non rimane che andare in via Mancinelli alle 15,30 per salutare ancora una volta i ragazzi che amavano il blues e lo stare insieme.

Che i fascisti di allora siano al governo non mi fa paura .

Pure se Milano in primavera non si tinge di rosso come una volta,si ricorda con nostalgia la manifestazione corale,quasi ecumenica con la quale accompagnammo Fausto e Iaio.

La tensione ideale che mi unisce a migliaia di amici e compagni non si cura delle anime morte di oggi.

Quelli che hanno ucciso Fausto e Iaio sono liberi,insomma l’hanno svangata.

Ma noi non siamo morti,come non lo sono tutti i ragazzi che hanno dato la vita per un mondo migliore.

Quasi dopo mezzo secolo siamo qui,insieme alla manifestazione per Dax,a poche centinaia di metri da via Mancinelli.

Il mondo che sognavamo sta ancora nei nostri cuori,ma non sappiamo come potrebbe essere.

Ciao Fausto,ciao Iaio,lacrime intrise di rabbia per voi e per quelli come voi ,giovani proletari,che patiscono il fatto di essere ancora pronti a schierarsi con gli sfruttati.