La morte di Vialli, Pelé,Sinisa Mihajlovic, Ratzinger a varie latitudini confessionali,ideologiche e umane ha investito il palcoscenico della vita.

Non è così ovvio quando si muore senza essere famosi.

Ma il nessuno è eterno,nessuno è indispensabile…la vita comunque va avanti, vale per tutti.

Dolori immensi,consolazioni.metafisiche,per una considerazione che conoscevo, ma che ora ho letto casualmente sul telefonino.

La famosa poesia drammatica scritta da Totò nel 1964 in napoletano e italiano,davvero vale le migliaia di aforismi e citazioni sulla morte di filosofi e profondi pensatori.

La Livella, del principe De Curtis spiana, così come la morte spiana le differenze e ci rende tutti eguali.

Ricchi e poveri,belli o brutti,onesti e disonesti,polvere sei e polvere..tornerai.

Quindi secondo Totò noi non apparteniamo alla vita,ma siamo veri solo nella morte,uno pseudo concetto perché nessuno parlerà della propria morte ai vivi.

Uno può dire che sono cose che si sanno da ….una vita e ha ragione.

Ma la metafora dei Vialli,Mihajlovic e Pelé che giocano insieme nell’alto dei cieli è pura fede nell’aldilà, chi è ateo o agnostico spera di avere la stessa fede del principe De Curtis.

La Livella è la sostanza.

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