Nel regno degli uomini non esiste la perfezione.

Banalità ovvia,si dirà,verissimo,sembra inutile parlarne.

Ma il detto ” nessuno è perfetto” però è in disuso.

Sarà perché il mondo è mosso da algoritmi,da un determinismo e positivismo che mirano alla perfezione,ma l’errore,il destino,il fato,la contingenza,la banalità oggi non sono in agenda.

Tutto deve essere progettato,pianificato,organizzato al millesimo: nel mondo della superficialità il bastone storto deve essere piegato alla volontà di potenza di una tecne’ che non conosce difetti.

Lo si vede quando succede un incidente di qualsiasi tipo nella vita di tutti i giorni.

Il grido disperato di chi perde un parente,un amico,un affetto caro, è quello che recita: ‘ non si può morire così “.

Ed è vero, se pensiamo che in Italia quest’anno ci sono stati più di 600 morti sul lavoro,ad esempio.per pigrizia,negligenza,malafede umana.

La domanda di senso, però,non è quasi mai il come è accaduto,ma perché è accaduto.

Sul come è accaduto,infatti,non c’è segreto: la scienza sempre più precisa e sofisticata lo intercetta immediatamente.

Il perché invece presuppone una perfezione di intenti che non è del regno degli uomini

Per quanto ogni azione umana possa essere degna di miglioramento,questa avviene sempre nell’ambito del perfettibile.

La pretesa che la modernità disalieni il caso e l’effimero è monopolio dei potenti,che si credono tanto perfetti da essere immortali.

Lascio a voi elencare i perfezionisti dell’esistenza in Italia, per esempio, che nel caso del Covid si appellavano unicamente alla imperfezione umana.

La perfezione,infatti,sta nell’essere in quanto essere,che gli uomini chiamano comunemente Dio.

Il filosofo tedesco Kant lo sapeva così bene che chiamava Dio un postulato della ragione,una cosa pensabile,ma non conoscibile.

Quindi perfetta.

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