Così scrisse Orwell subito dopo la seconda guerra mondiale,deluso e amareggiato che la dittatura nazifascista fosse stata sostituita dalla dittatura staliniana.
Allora quando si piange per il cupo pessimismo di oggi, bisognerebbe andare con la memoria a quello che scrivevano gli intellettuali e i filosofi negli anni dopo la seconda guerra mondiale.
La vacuità della moderna società dei consumi,non potendo cancellare il passato, fece dire al filosofo Theodor Adorno che ” scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie”.
Oggi, però,il pessimismo filosofico è ancora più marcato.
L’apocalisse,invece di riempire gli scaffali delle librerie,impazza sui social e i talk show che vendono la fine della civiltà inzuppandola di spot pubblicitari.
Le sfide a volte sembrano, però, missioni impossibili:
Il cambiamento climatico,
la demografia,
le fonti energetiche,
le migrazioni di massa,
le tensioni intrinseche al multiculturalismo,
l’automazione,
la crescita globale delle disuguaglianze,non c’è da stare allegri.
L’entusiasmo che c’era allora ,nella ricostruzione del dopo guerra,non era,come abbiamo visto,scevra dal pessimismo della ragione.
Quindi il mondo è sempre stato più cattivo delle buone intenzioni.
J.Paul Sartre a proposito scriveva che al crepuscolo i buoni si confondono coi diavoli.
L’ appello a non disperare, anche da queste pagine, non è mai stato l’ottimismo acritico degli idioti.
La consapevolezza che più si va avanti più sarà peggio per figli e nipoti è nella testa anche degli animali,delle piante,forse pure delle stelle.
Orwell che nel 1952 scriveva che all’orizzonte si profilavano odio,ignoranza,menzogna non poteva immaginare che alle dittature fasciste o staliniste si sarebbe sostituita la dittatura planetaria dei consumi.
Il vero post ideologico è che per il telefonino ultimo modello le giovani generazioni si mettono in fila,anche se sono di destra,di sinistra o di centro.
L’omologazione planetaria dei desideri che considera le cose dei fini ,non dei mezzi ,era già stata denunciata da Pier Paolo Pasolini.
Il pessimismo,quindi,sta nel tramonto dell’umanesimo a tutti i livelli,Cristo non si ferma più manco a Eboli.

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