I filoputiniani di casa nostra possono gioire.
A Mosca Medvedev,uomo del cerchio magico del reazionario Putin,ha invitato gli europei a mandare a casa il governo degli idioti democratici filo ucraini:ogni riferimento alle elezioni italiane è stato puramente casuale.
Avevano già espresso giubilo e contentezza perché un filo atlantista come Mario Draghi è stato silurato dopo Jhonson:il fronte del comico ebreo Zelensky, perdendo i pezzi,permette ai tank di avanzare verso la completa conquista del Donbas con grande naturalezza autocratica scevra da critiche atlantiste.
È qui la festa?
Mica tanto, perché due giorni fa a Sebastopoli il comando della flotta russa è stata attaccato più volte dai droni ucraini, e perché il Donbas è tutto fuorché una regione completamente conquistata dai reazionari di Mosca.
Gli ucraini sembrano all’offensiva, l’attentato di Mosca che ha ucciso la figlia dell’Ideologo di Putin Dugin fa intendere che anche quel fronte interno putiniano che sembrava compatto e convinto della vittoria facile in tre settimane dovrà ricredersi.
E se ci fosse un colpo di teatro possibile nel caos italiano,anche a Mosca però riderebbero meno.
Per esempio che la Meloni non stravincesse nel segno di Orban,amico di Putin,che a sua volta ha la stima incondizionata di Salvini e Mister B.
Che ora sono costretti all’atlantismo elettorale( aspettando Trump, comunque).
La sostanza non cambia, però.
Dopo continui massacri di civili che non fanno più notizia,dopo che la battaglia in corso interessa meno dell’inizio del campionato, tutto sembra già passato per la nostra quotidianità.
Pure la solidarietà con l’aggredito.
Togliere ai putinisti endogeni ed esogeni l’ebbrezza dionisiaca della vittoria e’ oggi diventato un compito da minoranza intellettuale che opera sui social,scontrandosi con chi ha giurato fedeltà alle proprie statistiche del ” dove eravate”.
La cosa che comunque risulta chiara, anche in tempo di campagna elettorale – balneare, è che il sinistrismo anti Draghi per molti sedicenti komunisti di ferro coincide con la completa cecità sulle malefatte di Putin.
Il compagno,loro,Rizzo ha già preparato la sua squadra di Rossobruni con l’ausilio della leghista poco leninista,ma molto fascista stalinista.
La fiscalità con la quale si distinguono i termovalorizzatori di prima e seconda generazione, nasconde l’indulgenza verso le stragi di prima e seconda generazione in Ucraina.
E ha ragione questa volta il democratico chic Gramellini: ci stiamo scannando per governo e politichese e dei bambini morti fra un po’ non si sentirà più parlare.
Nemmeno dei giovani coscritti russi mandati al massacro.
Meglio non parlare di guerra in questo periodo, ti ritrovi con una falce e martello di facciata che non sfigura assieme alla fiamma tricolore neofascista,secondo alcuni putiniani senza se,senza ma, e pure senza cervello.
Proprio come in tutte le guerre guardate in televisione dai parolai rossobruni, la tregua coincide con gli spot pubblicitari.

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