Il dl Aiuti,quello delle bollette,dei bonus,del cuneo fiscale etc è passato anche al Senato,ma il forfait di Conte ha di fatto aperto la campagna elettorale delle prossime elezioni.
Mario Draghi è andato da Sergio Mattarella a rassegnare le dimissioni,che il presidente ha rifiutato.
La tradizione del Belpaese non scade mai,soprattutto in estate.
Dalla caduta del fascismo il 25 luglio, alla caduta del Papeete, quando il sole picchia sulla testa, difficile conservare lucidità d’intenti.
Così per non farci mancare nulla,il paese indebitato a livello mondiale con l’evasione fiscale record, con la povertà record nei paesi del G 7, con la guerra alle porte, si accinge ad attraversare la landa desolata delle crisi in atto con la consueta oscillazione fra la gravità di una crisi di sistema,e la non serietà flaiana.
Ieri spread alle stelle,Europa con il fiato sospeso,solito circo mediatico che cerca di capirci qualcosa e che intanto piange la morte di un gigante del giornalismo come Eugenio Scalfari.
È certa solo una cosa: una classe dirigente pavida,autoreferenziale,timorosa di cambiare qualcosa è stata capace di mandare all’aria un governo di unità nazionale voluto perché nessuno voleva andare a elezioni anticipate.
Le motivazioni dello strappo di Conte,fra cui il no al termovalorizzatore di Roma,sembrano o sono una scusa belle e buona per non finire nel nulla dopo la scissione del neodemocristiano Giggino Di Maio.
Certo che il PD è nei guai.
Proporre un’alleanza elettorale con chi voleva e vuole buttare a mare un governo di stabilità voluto da Mattarella,Draghi e Bce non è facile, dopo che si è voluto rappresentare come architrave delle istituzioni.
Dall’altra parte la Giorgina nazional populista finalmente potrà raccogliere il seminato nell’unico vero campo largo:quello che immagina un’Italia su modelli di capitalismo alla Trump,con sussulti alla…Orban sui diritti civili.
Ma il tutto è ancora da giocare.
Quelli che commentano che lo strappo è doveroso sanno anche che la strada che porta alle elezioni va a destra.
Le motivazioni di Conte sull’emergenza sociale non sono invenzioni,peccato che Draghi le condivida.
Ma i duri e puri dei cinque stelle rimanenti non sono proprio quello che il sociologo De Masi indica come i nuovi socialdemocratici radicali:Toninelli,Di Battista,ad esempio,che storia hanno a sinistra, se fanno fatica a dichiararsi antifascisti?
Insomma la crisi di governo c’è, Draghi e’ troppo bravo per salvaguardare solo gli interessi di lobbies e partiti scevri da ogni idealità civile.
I ricchi aumentano,i poveri ancora di più, c’è possibilità per tutti di avere un bonus…
Mercoledì Mario Draghi riferirà alle Camere.
Si può andare a votare il 2 ottobre.

Sandro,pensaci tu
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