Domenica si voteranno i cinque referendum sulla giustizia voluti dalla Lega e Radicali.
Non sono inutili,sono complicati,per addetti ai lavori,difficilmente raggiungeranno il quorum,se non in quei comuni dove,oltre che per il referendum, si vota per il sindaco.
Nei talk show se ne è parlato pochissimo:guerra,sanzioni, crisi economica per i soliti noti, hanno di necessità oscurato i referendum.
Eppure la separazione delle funzioni,la carcerazione preventiva, l’incandidabilita dei politici corrotti sono temi sui quali solitamente ci si sbrana,in tempi normali.
Non in questi tempi,anche se l’accusa di corruzione in atti giudiziari ha riportato timidamente alla ribalta in rapporto fra il cittadino mister B e la magistratura.
Mister B è uno dei più grandi impostori della seconda Repubblica,la carriera di affarista si intreccia con quella di statista e di uomo di mondo.
Si dice che l’ipocrita è silenzioso,mentre l’impostore ama parlare,simulare,vendere,corrompere,plasmare,insomma circuire il malcapitato per i propri interessi.
Senz’altro mister B appartiene a pieno titolo alla fenomenologia dell’impostore, quello che Dante colloca nella decima bolgia dell’ottavo cerchio dell’Inferno.
La procura di Milano ha chiesto sei anni e mezzo per mister B, accusato di aver pagato le ragazze per mentire sui festini del bunga bunga, dando loro appartamenti e 2.500 euro al mese.
Vecchie cose,certo,ma visto che il Parlamento si fermò per votare che Ruby ( anch’ essa imputata a cinque anni di carcere),era la nipote di Mubarak,la richiesta dei pm milanesi non solo non crede a mister B,ma neanche a quel voto della maggioranza berlusconiana..
Addirittura l’avvocatura dello stato, che è parte civile per conto della presidenza del Consiglio,ha chiesto che mister B risarcisca lo stato con 10 milioni per i danni causati dal “discredito planetario’ verso le istituzioni per i festini di Arcore e bugie seguenti.
Insomma la menzogna regna sovrana,e il vecchio vate dell’Italia liberale certamente non andrà in galera…
Ma se pensiamo che c’erano Forza Italia e amici che lo volevano presidente della Repubblica ci si accorge,se ce ne fosse bisogno,che il grande impostore merita la serie A, solo per il Monza.
Per cui il calvario giustizialista per mister B riguardo al caso Ruby è diventato una barzelletta che non ha bisogno di grandi riforme.
Con buoni avvocati e buoni parlamentari amici,non c’è da abrogare nulla.
Per i referendum abrogativi, allora vige il” facciano loro,magistrati, istituzioni e chi ne sa di più”.
Siamo forse inadeguati,sfiniti dal politichese, assuefatti al maneggio fra le lobbies della magistratura,dello stato,che ci scappa la voglia di interessarci.
Siamo forse la maggioranza,e in questo caso non è proprio un bene che rimanga silenziosa:la realtà è questa.
Certo di fronte alle menzogne di Putin sui massacri in Ucraina,mister B è un santo.
Ma i due erano amici per la pelle e per le palle raccontate.

Rispondi