È una grande sartoria sociale e storica in atto,quella che trasforma l’Urss che fu di Kruscev,Breznev,Andropov, Cernenko,Suslov… in un paradiso terrestre, privo di capitalismo e di interferenze naziste e occidentali.

Per chi conosce minimamente la storia,avendo almeno l’umiltà e la pazienza di consultare Wikipedia,sa benissimo che i sopracitati non erano oligarchi miliardari dell’era Putin,ma leader del socialismo di tradizione stalinista.

Infatti Kruscev comandava a Stalingrado,Breznev nel 1945 entrò con l’Armata Rossa nella Budapest sotto il tallone di Eichman,che stava massacrando gli ebrei buttandoli nel Danubio,Suslov era un rigoroso teorico stalinista,colto e comunista fin dalla tenera età.

Questo per dire che il filo putinismo di oggi appartiene a volte a chi negli anni sessanta e settanta prediligeva la rivoluzione culturale di Mao,alla fallimentare conduzione burocratico militare dell’URSS.(Michele Santoro su tutti,come pure Mario Capanna,ad esempio).

Quella classe dirigente moscovita che faceva il giro d’Europa coi carri armati del Patto di Varsavia,passando dal Ponte delle Catene di Budapest,al ponte di Carlo di Praga,dalla porta di Brandeburgo fino all’aiuto al governo di Babrak Karmal a Kabul,era considerata negli anni settanta dai giovani di Nanterre,Berkeley,Pechino Roma,Milano,Berlino ovest etc. la quintessenza del cattivo comunismo.

Perlomeno, però,era cattivo comunismo ( anche se Vietnam e Cuba dovevano loro molto,in fatto di aiuto contro l’imperialismo americano e pure il PCI italiano in fatto di finanziamenti).

Oggi i grandi sarti del socialismo dispotico,poliziesco autoritario ricamano travestimenti per Putin in senso antiatlantista,ma fanno acqua da tutte le parti.

Putin non arriva alle caviglie dei sopracitati,e chi tutto sommato lo crede continuatore del socialismo reale,sa che la sua dittatura non blinda un’eguaglianza in povertà,ma un’autocrazia di miliardari splendenti,che negano pure i diritti civili nella mattanza sociale del libero mercato.

Insomma,la degenerazione antidemocratica e dispotica di Putin e compagni italioti, è incredibilmente antimarxista e revisionista nel senso peggiore.

È la constatazione di un fallimento storico,di fantasmi che si muovono fra anziani agitazionisti,come l’esimio Luciano Canfora che preferisce lo stalinismo al Gorbaciovismo

Ripigliatevi almeno i puzzoni che credevano nel socialismo reale,non i massacratori cravattari targati Marinella.