LA PARENTESI FINLANDESE

Brano tratto da 1939 1945 il racconto della guerra giusta Vol 1 La Svastica sull’Europa di Pierluigi Raccagni

La chiamano parentesi finlandese, ma vista da vicino, si tratta di una guerra che avrà serie ripercussioni sulla condotta dell’Unione Sovietica nel conflitto del 1941 coi nazisti.
La mattina del 30 novembre 1939 l’Armata Rossa invase la Finlandia che aveva fatto parte del territorio russo dal 1808 al 1917.
In seguito aveva combattuto contro i bolscevichi ottenendo una linea di demarcazione che Stalin riteneva troppo vicina a Leningrado.
E Stalin, che poi sarà decisivo nella lotta antifascista, qui si comportò come Hitler a Varsavia, facendo bombardare Helsinki.
Il 2 dicembre l’agenzia sovietica TASS annuncerà la nascita di un go- verno popolare in Finlandia, mentre Francia, Inghilterra e Stati Uniti ammiravano la piccola Finlandia che si batteva con coraggio contro l’orso sovietico.
Ma il problema non era solo quello del territorio finlandese.
Lettonia, Lituania, Estonia, i cosiddetti paesi baltici, erano anche loro sotto l’influenza sovietica.

Così il 28 settembre l’Estonia aveva firmato a Mosca un accordo che prevedeva un’assistenza reciproca fra le parti anche di tipo militare, il 5 ottobre era stata la volta della Lettonia
Con le clausole segrete del trattato Molotov-Ribbentrop anche la Lituania di fatto venne annessa all’Unione Sovietica, era la fine dell’indipendenza dei tre stati baltici: rimaneva in piedi il problema della Finlandia. Il Cremlino per assicurarsi la difesa di Leningrado domandava l’arretramento della frontiera Careliana, una vasta fascia di territorio finlandese che portava a Leningrado.
I finlandesi si opposero fino al 26 novembre, quando i sovietici attaccarono i confini dopo aver rifiutato ogni trattativa e una possibile mediazione in proposito il 12 novembre.
E qui le cose cambiarono per Stalin, come per Hitler erano cambiate con la Polonia.
L’espansione sovietica, infatti, era riuscita con abili trattati e accordi coi tedeschi ad annettersi i tre paesi baltici, la Bessarabia, la Bucovina, nonché la Polonia il 17 settembre.
Ora si trattava di fare la guerra, una guerra impopolare considerato che l’opinione pubblica mondiale stava dalla parte del piccolo David finlandese contro il Golia russo.
Bisogna anche in questo caso fare alcune precisazioni.
È vero che le pretese di Stalin intaccavano l’orgoglio nazionale finlandese, ma è anche giusto riconoscere che la difesa del golfo di Finlandia verso Leningrado era un modo di salvaguardare la Russia da un evetuale attacco tedesco.
Scoppiò così una piccola-grande guerra. I sovietici fecero subito fiasco.
Intanto fu detto che il popolo finlandese avrebbe accolto a braccia aperte l’Armata Rossa.
Bombardieri dell’aviazione russa lanciarono manifestini che invitavano i lavoratori a unirsi ai sovietici per rovesciare gli oppressori capitalisti. A Terijoki, la prima città finnica liberata dai russi, fu immediatamente costituito un governo fantoccio., il governo democratico della Finlandia capeggiato da Otto Kuusinen.

Stalin, però, aveva sottovalutato il nazionalismo finnico, il suo valore e le oggettive difficoltà di una campagna invernale.
Il territorio finlandese, infatti, si prestava ad essere difeso egregiamente per svariati motivi.
I tre quarti della sua estensione, dal Nord del lago Ladoga fino alla Pe- nisola dei pescatori, era impraticabile causa il clima (40/50 gradi sotto- zero).
Durante i mesi invernali è nota la scarsezza di luce sul territorio.
In Finlandia ci sono circa 35.000 laghi e poi c’era la linea Mannerheim, che prendeva il nome dal maresciallo che l’aveva fatta costruire.
La linea serviva a proteggere Koivisto, che per la sua posizione è detta la piccola Gibilterra del Nord e Viipuri, già definita da Pietro il Grande, la chiave della Finlandia.
I russi fecero errori grossolani dal punto di vista tattico militare. Intanto mobilitarono solo 300.000 uomini nella circoscrizione di Leningrado, (i finlandesi ne mobilitarono 350.000).
Iniziarono l’attacco d’inverno, con la meteorologia che favorì i finlan- desi, al punto che i sovietici non riuscirono ad usare i carri armati, né l’aviazione tattica.
Il commando sovietico lanciò all’attacco quattro armate, le forze russe miravano a occupare la Penisola dei pescatori a Petsamo per tagliare le comunicazioni con l’alta Norvegia.
Le preoccupazioni al Cremlino non mancavano……. Continua.