Sul Corriere della sera del 7 maggio c’ era un’interessante riflessione di Giovanni Sartori del 2002.

L’ accademico e maestro indiscusso di scienza della politica, morto nel 2017, in un testo titolato ” Il mondo irreale dei ciecopacisti “del 2002, poneva un’attualissima distinzione fra le anime del cosiddetto pacifismo.

Per l’autore,nessuno vuole la guerra dopo i bagni di sangue del secolo scorso, anche se questa a volte è inevitabile.

Per cui il pacifismo incosciente,”tutto cuore e niente cervello”( penso non sia una offesa,ma una constatazione di altruismo) e’ quello dei ciecopacisti, mentre quelli che rifiutano la “guerra offensiva,ma approvano quella difensiva”,distinguendo fra guerra giusta e ingiusta, sono dichiarati pensanti.

In altri termini, aggiungo, siamo all’ottimismo della volontà e al pessimismo della ragione.

Naturalmente avendo scritto due volumi sulla guerra giusta del 1939 contro il nazi – fascismo, appartengo alla platea dei pensanti,come altre milioni di persone, che non confondono il pacifismo con la quiete dei camposanti,oppure solo come un’opzione utopica umanamente sostenibile con la preghiera.

Oppure con il neutralismo pacifista o strumentale,di chi non vuole sporcarsi le mani, stando attento a fare lauti guadagni con le guerre altrui.

Svezia e Svizzera,neutrali durante la seconda guerra mondiale,ad esempio,diventarono le nazioni più ricche d’Europa nel dopoguerra.

Insomma leggendo e rileggendo l’articolo, che parla soprattutto del fondamentalismo islamico e delle guerre diffuse del dopo 11 settembre, mi son fatto l’idea che il cosiddetto pacifismo filoputiniano è una patacca di nome e di fatto,perché avalla le pretese imperiali di un dittatore sanguinario.

Non mandate armi all’Ucraina,per lo zar significa,che la pace per lui sarà terrificante.

Sempre che sia possibile avere un centro di gravità permanente nella tragedia Ucraina,senza scendere alla sconcia parodia di guerra fra guerrafondai che in guerra non vi andranno mai, si può sommessamente affermare che inviare armi in Ucraina da parte italiana vuol dire stare in Europa con oneri e onori.

In fondo l’ assolutamente laico, ‘articolo 11 della Costituzione, che sottolinea la distinzione fra vocazione pacifista e diritto alla legittima difesa viene interpretato a piacere.

Nello specifico,ma posso sbagliare, credo che l’Ucraina non abbia bisogno di armi europee, visto che abbonda di armi americane.

Forse ha bisogno di pacifisti pensanti che sappiano distinguere aggressore da aggredito,ma che non puntino alla resa dei conti con Putin.

Costruire la pace,non sempre passa per il si vis pacem para bellum.

Costruire la pace,poi,non è solo diplomazia,che fa anche rima con ipocrisia.

La pace non è la condizione originaria della umanità,basta sfogliare il Vecchio Testamento,senza dimenticare la lezione del Nuovo.

Sembra una cosa da poco,ma non è così semplice riempire gli arsenali e svuotare i granai.

E la pace assoluta rimane una facile utopia,che non aiuta chi non vuole morire in questa guerra.

Anche Gino Strada in fondo era un costruttore di pace, ciecopacista per Sartori, antifascista e democratico per noi.