Il primo maggio è la festa del lavoro,meglio dell’emancipazione del proletariato, pure a Kiev e a Mosca.

Essere liberi e uguali credo sia la massima aspirazione di una socialdemocrazia diventata utopia, o meglio di una liberal democrazia non disumana nello sfruttamento.

E proprio contro lo sfruttamento che si riempiono le piazze di tutto il mondo dentro e fuori dalla Nato, dall’Europa,dal G 20,dalla dissertazione sulla guerra che oscura la quotidianità delle morti sul lavoro,del lavoro minorile,dello sfruttamento della donna… di quelli che una volta erano chiamati proletari.

In Europa e più in generale nell’Occidente, la libertà percepita, detto milioni di volte, non sempre coincide con la giustizia sociale.

Anzi.

Proprio negli States l’essere liberi si accompagna a razzismo,bulimia da consumi,privatizzazione della sanità,milioni di poveri,disuguaglianze sempre più marcate.

Inutile,secondo me, andare a trovare Satana solo nel capitalismo yankee,che ha vinto in tutto il mondo,compreso Cina e Russia,occidentalizzate non solo nel modo di vestire Armani delle classi dirigenti,ma nella divisione di classe fra ricchi e poveri, sfruttatori e sfruttati.

Ma da noi,mi pare,sei libero di dissentire anche se sei schiavo di consumi imposti dal libero mercato.

Anche in Russia,oggi, puoi essere libero.

Con addosso le catene degli oligarchi, però.

Mi risulta che proprio in Russia la lotta di classe non è più considerata il motore della storia.

La retorica del denazificate l’Ucraina non riguarda il lavoro, anche se sulla Piazza Rossa ci saranno stinte bandiere rosse.

In Ucraina il primo Maggio sarà giorno di lutto,visto quello che succede.

Nell’est Europa lo sfruttamento a bassi salari non è in discussione.

La corsa all’avere,  riguarda miliardari che si sono garantiti la pensione, prima comprando le macerie del socialismo reale,poi svendendole all’autocrazia del capitale occidentale.

Da sempre abituati a subire il dispotismo come condizione naturale dell’esistenza, proletariato e ceto medio russo,ad esempio, trovano nel nazionalismo un coagulante nella repressione dei diritti anche sul lavoro.

Troveranno la forza di liberarsi dai bassi salari degli oligarchi?

Se qui da noi il pauperismo relativo consiste nella privazione dei consumi e quello assoluto nella negazione dei bisogni primari,in Russia sei senz’altro più libero di morire di fame senza sentirti un fallito, perché non hai la ricarica del telefonino.

Essere vessati per le proprie idee consumando pure tre pasti  al giorno può essere il grande merito del capitalismo dal volto umano occidentale, che nelle sue contraddizioni ha anche avuto il merito di fare dei diritti civili un punto di non ritorno anche in schiavitù consumistica.

Ma la metafisica dell’Occidente non corrisponde in Italia ad un legale rispetto di chi vive di lavoro subordinato.

In Russia la guerra che mette i coscritti nella condizione di inviare a mamma e papà frigoriferi e lavastoviglie ci dice forse che la decadenza dell’Occidente non è poi così definitiva.

Migliorare il proprio tenore di vita anche accedendo alle possibilità del supermarket è  considerata democrazia reale anche nel post sovietismo.

Putin non è diverso da tanti dittatori,nega la democrazia come forma di decadenza,se te ne stai in catene puoi essere libero di calpestare i diritti di chi vuol vivere in libertà lasciando il primo Maggio alla retorica.

Gli oligarchi vivono nello sfarzo,facendo la guerra sorseggiando champagne,non solo vodka.

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