Un sondaggio,naturalmente confezionato dalla Cia per un boccalone come me,ci dice che il 5 per cento degli italiani è per Putin,solo il 57 sta apertamente con l’Ucraina,mentre per il 38 Putin è un criminale,pur se Biden non scherza.
È già buono,perché in sintesi per la maggioranza lo Zar è poco affidabile, certamente non un criminale.
L’equidistanza fra i poli est – ovest, non ci sono ideologie contrapposte come ai tempi della guerra fredda.ma materie prime,miniere e gas valutati in borsa,(anche se alla lunga assisteremo a un vero e radicale mutamento del mondo dal 1989),sembra apparire la più ragionevole nel paese dell’inazione, che è abituato a volere guerre perfette del “però” anche “oggi si muore di fame e di guerra in altre parti del mondo e nessuno ne parla”.
Le guerre perfette,infatti, sono quelle che oscurano i problemi della quotidianità,ubi maior minor cessat tiene compagnia all’autocoscienza dell’essere normali.
Il generico sfogo contro un governo che aumentando le spese di guerra, potrebbe aumentare ancora accise su gas,energia,e pure sigarette non è catalogabile come deriva populista.
Il chi pagherà la guerra per avere la pace fa parte dei ricorsi storici: una patrimoniale che incida sul reddito dei più abbienti è un grido di dolore che Draghi non vuol sentire.
Perché se a pagare gli aiuti alla resistenza Ucraina sono i disvalori di una cattiva gestione,anche la Resistenza può diventare un lusso per chi ogni giorno resiste alle indigenza.
La recessione che inevitabilmente arriverà nei paesi più poveri di noi,in Africa e Medioriente,privi del grano ucraino, potrebbe diventare un altro segnale:il tempo della relativa pace è davvero finito.
In tutto questo chi ancora si aggira con determinazione fra le macerie per aiutare chi sta soffrendo, cerca sul campo una fonte di luce fra le nebbie della guerra : soldati russi di leva, ucraini rimasti nelle sacche dell’ Armata di Putin, sono accomunati dalla speranza di essere salvati, forse anche da chi porta una divisa diversa, o mette in pratica la Convenzione di Ginevra.
Per chi stupra e ammazza nel segno di una causa santa come quella di appartenere al sacro suolo della Madre Russia uccidere con il pugnale o coi droni e’ la stessa cosa: la guerra è bella anche se fa male.
I morti fra i vivi,metafora per chi tramuta la passione triste del voi” dove eravate , e del né – né” ricorda le anime morte che veicolano oltre lo spazio e il tempo le proprie incertezze.
Morti fra i vivi ce ne sono tanti, per una maledetta presunzione di voler comprendere tutta la tragedia di questa guerra come se la vita fosse un catalogo dell’Ikea.
Dopodomani è Pasqua,il figlio di dio che muore in ogni guerra,risorge per chi ha fede.
Per chi non ce l’ha non rimane che cercare chi vive di dentro,e non solo di fuori.
L’importante forse non è dire la propria, ma fare il proprio.
Pax et bonum,Buona Pasqua.

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