Il 25 aprile sarà veramente una giornata di lotta e non un anniversario?
Chi non ha nulla da fare,infatti, potrà trovare nel giorno della liberazione circostanze cronachistiche sulla quali polemizzare con l’ANPI.
Ma soprattutto lanciare feroci accuse di filoputinismo e antiatlantismo contro Gianfranco Pagliarulo,rieletto segretario,che ha ribadito il netto no all’invio di armi a Zelensky, nel solco del no alla guerra di Papa Bergoglio.
Troppo filorusso perché non gradisce l’esposizione delle bandiere della Nato, come simbolo di pace nel prossimo corteo del 25 aprile,poco incline a riconoscere nella resistenza Ucraina tracce significative della nostra Resistenza (storicamente non sono la stessa cosa,secondo me,per altri è diverso, ma dividersi sul che fare a breve per cercare di fermare la guerra è accademia)
La guerriglia parolaia all’Anpi è l’ennesima conferma di una sinistra istituzionale e non,che non ha più una bussola a cui affidare il suo cammino: sempre più divisa,sempre più concentrata sulla appartenenza al proprio cerchio magico,per nulla disposta a rimettersi in discussione.
È vero che l’Anpi non ha il monopolio del ricordo della Resistenza,ma questo solitamente viene detto ad ogni 25 aprile da una destra liberal moderata che vede nell’associazionismo istituzionale antifascista la presenza costante dei vecchi comunisti.
Sono polemiche sterili,copioni già visti di un dibattito che si pone problemi identitari in un paese che stenta a dimenticare le cose buone che ha fatto il Duce,anche per demerito di Lega e Fratelli d’Italia che,insomma,hanno più simpatie per Putin che per i fratelli Cervi.
Quelli del ” mi vergogno dell’ANPI filorusso” Gramellini,d’Arcais etc, e che sono accaniti sostenitori dell’invio delle armi, dovrebbero ricordare che sono le migliaia di sezioni che portano avanti tutto l’anno i valori fondanti della Resistenza sulla quale è stata costruita la costituzione repubblicana che ripudia la guerra.
Poi all’ANPI si può dire di tutto,meno che con questa “operazione speciale” abbia tradito lo spirito dei nostri padri, resistenti in atto al nazifascismo.
Mio padre era partigiano,la mia famiglia antifascista da sempre,sono iscritto all’ ANPI anche in loro nome,durante lo stragismo nero degli anni settanta il legame con l’Anpi anche da parte della sinistra extraparlamentare,era innegabile.
Non mi va di far scadere l’antifascismo sincero a rissa da bar.

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