Non c’è modo di sentire o vedere, tranne in rare occasioni ,qualcosa di istruttivo sulla guerra in corso.
Non perché tutta l’informazione sia necessariamente di parte,puoi sempre cambiare canale.
Siamo tutti onnivori di notizie e immagini,alcuni,poi, più sono antiamericani più usano Facebook.
Cercare senso educativo,maieutico,in modo da comprendere non in funzione solo dell’intelletto,ma anche dell’anima,sempre che averne una non sia una colpa,non è da popolino insipiente:fa parte dello stare nel mondo dell’immagine.
A me,ad esempio,sembra che tutti quanti gli analisti e i giornalisti accreditati al talk show abbiano ragione.
Ma anche torto,nel senso che molte volte prevale la sofistica e la retorica sul ragionamento dialettico.
Lucio Caracciolo,ad esempio, è uno dei pochi esperti che usa argomentazioni non pregiudiziali ,partigiane ,sicure di tutte le verità disponibili su telefonino.
Anche Marco Tarquinio direttore di Avvenire, dichiaratamente contro la guerra. è sempre pacato: non usa la retorica sofistica alla Scanzi – Travaglio,si risparmia la dietrologia dei Cinque Stelle e della Lega etc.
E anche il prof.Orsini,comunque, che si autopone con professionalità narcisistica,non sembra un ciarlatano, anche se le sue opinioni non sono le mie.
Senza dare pagelle a nessuno è inevitabile che la perorazione di Santoro pro Putin alla 7, però, abbia fatto epoca per via del negazionismo del Michelino staliniano, che ha considerato le stragi di Milosevic in Kossovo come un effetto collaterale…della politica della Nato nei Balcani.
Sono solo degli esempi, rimasti nella testa, perché appartengono ad una minoranza pensante che anche quando non si trova d’accordo rimane nella vicendevole tolleranza con chi dissente da loro.
( Santoro nel suo comizio ha usato la professionalità che gli compete).
In genere,comunque, il talk show qualcosa lascia nel senso comune, che fa della audience una nazione.
Siccome in “verità verità vi dico” lo ha potuto dire solo il Cristo, soprattutto per altri dispensatori generici di opinioni raccattati nelle varie lobby propagandistiche giornalistiche,c’è solo la consolazione che fare dell’ermeneutica guerresca anche in modo cruento, e’ un lavoro di routine che oltre al gettone di presenza,non può andare.
Ci sono opinionisti improvvisati e riciclati alla bisogna, ad esempio ,che non distinguono guerra di liberazione da guerra imperialista, come se le anime belle non avessero vissuto in Europa, tutto sommato in pace per 80 anni, grazie alla vittoria della seconda guerra mondiale scaturita dall’alleanza fra Unione Sovietica,Gran Bretagna,Stati Uniti e Cina e la guerra partigiana in tutti i paesi occupati dai nazi fascisti a Occidente e a Oriente dall’impero del Sol Levante.
Poi ci sono i fautori della resistenza Ucraina senza se e senza ma: ad esempio io sono con loro istintivamente senza tante elucubrazioni.
Ma quando si comincia a parlare di aumento della spesa militare da parte dell’Occidente targato Nato, non mi trovo d’accordo nello scavare di nuovo un solco fra Est e Ovest a scapito della spesa sociale, auspicando invece una pressione subitanea per il cessate il fuoco o una tregua armata.
È l’istinto che mi fa volare cantava Bennato in “sono solo canzonette”.
Poi ci sono quelli della guerra che eviti la terza guerra mondiale,non si sa come.
Oppure sì, consigliando all’aggredito di arrendersi…..
Per cui in sintesi è normale avere più opinioni anche contraddittorie , perché una guerra di questo genere tutti i viventi( televisivi) non l’hanno mai vissuta, se non appartengono agli over degli over.
Molti anziani di oggi negli anni quaranta erano bambini.
I bombardamenti alleati contro l’Italia dal 1940 al 1943 e contro la repubblica sociale italiana nazi fascista nel 1944, mentre infuriava la guerra civile, sono immagini sbiadite forse, ma che fanno ancora orrore a molti italiani che le hanno raccontate a figli e nipoti.
Trovare coerenza nella guerra è impresa impossibile ,cercare verità autoreferenziali è da guardoni delle tragedie altrui.
Si tende comunque a fare spettacolo,inevitabilmente.
Tutto è vero alle 20,tutto falso alle 23, dipende dall’opinione, perché l’analisi dei fatti deve sempre avere il beneficio del dubbio.
Quando inizia il dibattito fra giornalisti ed esperti che solitamente richiama la vulgata del siamo tutti con l’Ucraina, però la brigata Azov e il filo atlantismo sono una minaccia anche per noi perché portano alla terza guerra mondiale,siamo al cominciamento della Fenomenologia della guerra.
Intanto dietro l’Ucraina c’è Biden e gli Stati Uniti che bombardarono con il fosforo in Iraq,nel Kossovo etc.
Quando viene data la parola a opinionisti russi e ucraini siamo al sangue che scorre, all’odio razziale,alle minacce: l’audience sale.
Piccola baruffa in studio fra partecipanti sulle storie passate con riferimenti personali a cambi di bandiera nel mezzo di una discussione nella quale, visto che le voci si sovrappongono, il più educato è quello che non può parlare per collegamento out.
Poi c’è il collegamento con l’inviato sul campo che trasmette, preferibilmente, anche con uno sfondo di case sfondate, bruciate, con il corollario di qualche corpo esanime al suolo.
Poi si ritorna in diretta studio con gli occhi lucidi.
Ma c’è la pubblicità dei pannolini con infante che sorride al mondo, che è una speranza di vita per tutti.
Le posizioni radicali degli intervenuti,divise fra Guelfi e Ghibellini della guerra altrui,irrigidite nella propria sicumera, fanno dire che, siccome non si capisce niente , l’ unica cosa che conta è che non vi siano missili in casa nostra.
Speriamo poi che la crisi energetica ci consenta comunque di pensare finalmente anche alle vacanze.
È tutto umano,troppo,umano.
Ma sul da farsi è difficile pensare a qualcosa che sia di questa terra.
E infatti il possibile viaggio del Papa in Ucraina è per ora l’unica possibilità di fare fronte al massacro .

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