Brano tratto da 1939 – 1945 Il racconto della guerra giusta vol.I Pierluigi Raccagni

  1. LA FALSA PACE DI HITLER

Mentre la Germania nazista annientava la Polonia e Stalin si crevolteava il suo scudo protettivo antitedesco, la Francia e l’Inghilterra, al di là dello sdegno, non fecero poi molto per aiutare la Polonia.
E sì che c’erano stati accordi ben precisi fin dal 19 maggio del 1939. Poco dopo la rottura del trattato tedesco-polacco, il ministro della guerra polacco si recò a Parigi per incontrare il generale Maurice Ga- melin.
L’intervento della Francia avrebbe dovuto svolgersi in tre tempi secondo il protocollo d’intesa firmato il 19 maggio: esecuzione immediata di un’offensiva aerea, intervento offensivo su obiettivi limitati, piano offensivo verso il quindicesimo giorno.
Ma Daladier voleva evitare bagni di sangue e ci riuscì.
Basta pensare che nei primi quattro mesi di guerra la Francia nel 1914 aveva perso 450.000 uomini e nei primi quattro mesi del 1939, 1434.
La prudenza francese, dunque, era più che giustificata.
La Francia non aveva grandi unità blindate, non aveva una grande fan- teria motorizzata, non aveva aviazione tattica, né grandi contingenti di paracadutisti.
Anche gli inglesi, pur nella loro caparbia posizione antifascista. ave- vano inviato nel mese di settembre solo 6 divisioni nel continente. Poca cosa di fronte alla linea Sigfrido dei tedeschi.
Una volta conclusa la campagna, la Wehrmacht cominciò a trasferire le sue divisioni vittoriose verso Ovest, per presidiare appunto quella linea Sigfrido che doveva sbarrare la strada a inglesi e francesi, anche se fra l’8 settembre e il 1° ottobre, non aveva fatto quasi nulla per aiutare i polacchi.

E il 6 ottobre Hitler in un discorso a Berlino fece la parte del pacificatore, che tanto piaceva a Mussolini e con più sincerità a tutti i popoli dell’Europa, che di guerra non ne volevano sentir parlare.
Il Führer sollecitò il riconoscimento della Polonia, la sospensione delle ostilità, l’apertura di negoziati e compensi coloniali.
La suggestione di pace, manipolatrice, truffaldina e grottesca era un modo per continuare la guerra.
Si videro iniziative veramente ridicole, se non fossero state preludio di una tragedia.
“Noi non vogliamo fare guerra ai francesi” vi era scritto sui cartelloni che i tedeschi innalzavano sulla sponda tedesca.
Radio Stoccarda mise in onda slogan propagandistici che si direbbe oggi erano slogan di buonismo a buon mercato tipo” gli inglesi danno le loro macchine, i francesi i loro petti”
E poi, tanto per non farsi mancare nulla, si arrivò al clou della politica spettacolo: aerei tedeschi, sorvolando il massiccio centrale francese lan- ciavano manifestini che riproducevano il discorso del Führer del 6 ottobre davanti al Reichstag: “io ho cercato soprattutto di disintossicare i rapporti con la Francia in modo da renderli sopportabili per entrambe le nazioni. Ho già precisato, nella maniera più esplicita, le esigenze tedesche in proposito e non mi sono mai allontanato da questa dichiara- zione…ho rinunciato a riproporre il problema dell’Alsazia-Lorena, non per essere stato costretto, ma perché questo problema non costituisce in alcun modo una questione che possa mai pesare sui rapporti (…) La Francia lo sa.
È impossibile che un solo uomo di stato francese possa dichiarare che io abbia mai presentato alla Francia un’esigenza incompatibile con l’onore della Francia o con gli interessi francesi.”
Cfr. Claude Bertin, La sconfitta della Francia, Ginevra 1972, pag. 35

La propaganda nazista mirava a demoralizzare le truppe francesi.
Il fronte era sorvolato da aerei che lanciavano volantini riproducenti alcuni passi del discorso di Molotov dell’ottobre, i quali gettavano la responsabilità della guerra sui guerrafondai inglesi e francesi.

L’interrogativo che prevaleva su un’opinione pubblica francese angosciata per una nuova guerra era “se valesse la pena morire per Danzica o per l’Inghilterra”.
Hitler era ben contento che le potenze” plutocratiche e guerrafondaie” come Francia, Inghilterra e Stati Uniti rifiutassero le sue offerte di pace, così aveva modo di preparare quella guerra totale che era la sua massima aspirazione storica.
E così i tedeschi cominciarono a fare sul serio in fatto di armamenti. Per dispiegare tutta la potenza teutonica era necessario utilizzare le materie prime e importare quelle che riceveva dalla Russia.
Hitler si preparava a fare le cose in grande.
Fra un po’ la guerra fasulla sarebbe stata il migliore dei mondi possibili.

  1. IL COMPLOTTO DI ZOSSEN

Il Führer voleva fare la guerra alla Francia, attaccare l’Occidente, vendicare Versailles, distruggere la Polonia, annientare gli ebrei, pensare a liquidare il comunismo internazionale…continua

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