Sono giovani italiani, extracomunitari di seconda generazione,assaltano coetanei per rubare orologi e telefonini,con le ragazze palesano atteggiamenti delinquenziali e sessisti.

A Padova ne hanno schedati mille,pronti tramite avviso social,a ritrovarsi per risse gigantesche degne di un kolossal statunitense sulla gioventù bruciata.

Ma questi,secondo gli esperti,sono di un’altra parrocchia,vittime di pandemia e reclusione.

Ci sono pure baby gang femminili che non fanno sconti a nessuno.

I media si divertono a definirli pericolo pubblico nelle grandi città,in contesti più piccoli sono risse di paese.

Quando a Parigi o Londra scoppiavano o scoppiano vere rivolte di quartiere di magrebini,giamaicani etc,con saccheggi nei supermarket che rievocavano le insurrezioni di Detroit e Chicago nelle città americane, si diceva che in fondo in Italia ci sono solo bravi ragazzi.

Adesso le baby gang, forse prenderanno il posto dei no vax nell’immaginario collettivo degli italiani,nuovo capro espiatorio per una paura diventata angoscia.

Sono culturalmente fascisti?

Sottoproletari da banlieue internazionale?

Massa di manovra di mafie occulte dal rap al trap,spacciatori con mitraglietta in cerca di spacciatori di rabbia metropolitana?

Non saprei,sono il prodotto delle periferie abbandonate che nel sud producono camorra e mafia giovanile,e al nord violenza contro tutto e tutti.

Le loro imprese prevedono bottigliate,coltellate ai loro coetanei più fortunati che possono presentare le credenziali giuste alla tavola del sabato dello shopping,della movida,del look alla moda:invidia per chi ha.

Fenomeno inquietante solo per chi non ha occasione di abitare in una casa della zona di S.Siro povera e indigente o in una borgata romana qualunque.

Poveri di prospettive, come masse proletarie più storiche, li si diventa cattivi perché la corsa al consumo rende fragili, dipendenti come tossici,inquieti nella giungla d’asfalto.

La violenza viene filmata dai telefonini,messa in rete,vantata come bullismo di massa: nessun progetto,ma solo violenza fine a se stessa per dimostrare di esserci e non semplicemente di essere.

(Da Sein per Heidegger,essere nel mondo).

“Faccio male quindi sono”,qualcuno parlerà di me, i miti sono periferici..

Quando vengono intervistati in forma anonima da qualche TV non ostentano deliri pro droga, amfetamine,acidi,alcool.

Niente,assolutamente niente,se non ricerca del branco,della banda che può variare anche secondo la nazione di provenienza.

Bande di giovani minorenni che sniffano colla e uccidono per rubare un orologio sono sempre stati l’effetto dell’indigenza assoluta, delitti perfetti vs.giovani diseredati nelle favelas di ogni continente che si immolano nel sacrario del vuoto esistenziale.

Qui non ci sono favelas,ma quartieri periferici dove si vota poco,si legge poco,dove la scuola è di trincea..

Non è questa la solita giustificazione sociologica che copre le malvagità dei singoli,ma il futuro del cosiddetto ordine pubblico potrebbe essere questo.

E il loro non essere fa paura a quelli che da secoli parlano di emergenza educativa senza mai approntate una riforma seria che è una.