IL TERRORE DEL NUOVO ORDINE
Brano tratto da 1942 Nuovo Ordine e prime sconfitte dell’Asse in 1939 – 1945 il racconto della guerra giusta di Pierluigi Raccagni
Era molto bello starsene a Wannsee, un sobborgo berlinese, con tanto di laghetto annesso.
In fondo Roosevelt aveva visto giusto, era il nazismo tedesco, la Germania di Hitler il primo nemico da abbattere.
Perché a Wannsee, il 20 gennaio del 1942, si era radunato il gotha dei criminali della storia dell’umanità.
Per discutere l’operazione umanitaria (secondo Hitler qualcuno doveva prendersi l’onere di migliorare l’umanità…) al laghetto si erano dati appuntamento quindici nomi fra i più quotati dell’istituzione nazista:
Heydrich, la Bestia Bionda, maestro di cerimonie, che aveva convocato la riunione.
Il nuovo segretario del ministero della giustizia del Reich Roland Freisler, che diventò famoso come pubblico ministero dei congiurati del luglio 1944.
Il dirigente nazista, membro del ministero degli esteri tedesco, Martin Luther, il cui compito era quello di cercare di convincere i governi europei a cooperare per quella che venne definita “la soluzione finale”.
Adolf Eichmann, che prendeva appunti e aveva organizzato la logistica della riunione.
C’erano poi membri delle SS e responsabili dei territori occupati.
Bisognava far fuori gli 11 milioni di ebrei stanziati in Europa, spiegò la Bestia Bionda, e gli altri, spinti da tanto entusiasmo, fecero le loro proposte:
sterilizzazione obbligatoria per tutti i non ariani, scioglimento forzato dei matrimoni misti fra ebrei e non ebrei, eliminazione dei malati nei ghetti, “evacuazione”, eufemismo di eliminazione, anche per chi aveva una parte di sangue ebreo, lavoro forzato fino alla morte per ebrei capaci di tenere una pala in mano.
Gli ebrei anziani e quelli che avevano combattuto per il Kaiser con onore sarebbero stati mandati al campo modello di Theresienstadt vicino a Praga.
Insomma il programma era vasto e anche interessante, secondo i criminali del laghetto di Wannsee.
Avrebbe coinvolto medici, scienziati di tutti i livelli, biologi, soldati, filosofi, criminali incalliti, assassini di ogni risma per la manovalanza nei campi.
La chicca però era quella delle camere a gas.
L’orrore di Chełmno, dove da metà dicembre mille ebrei al giorno venivano gasati nelle terre di Polonia, era un buon esempio da imitare e semmai migliorare.
Le camere a gas, e non i camion chiusi e invasi da monossido di carbonio, vennero adottate in modo strutturale a cominciare da Bełżec.
Ad Auschwitz, già nel 1941, il sistema funzionava.
Non era più il caso, dissero i criminali del laghetto, di far distinzioni che lasciavano spazio a considerazioni benevole: distinguere fra ebrei, zingari, omosessuali, comunisti, persone antinaziste era superfluo. Così come risultava superfluo dividere i deportati fra lavoratori forzati, donne da sfruttare, bambini da far crescere in Germania: la soluzione finale prevedeva solo la morte.
Per organizzare le deportazioni Heydrich reclutò al suo progetto Adolf Eichmann, che, dopo la riunione, si mise a giocare a scacchi con lui per rilassarsi della faticosa conversazione.
Il sogno comunque si stava realizzando. Il cancro giudeo – comunista sarebbe stato annientato, il mondo, secondo i nazisti, sarebbe stato migliore.
Ma bisognava industrializzare lo sterminio.
Basta con le esecuzioni di massa, che mettevano i soldati prescelti al massacro in difficoltà.
Basta con le soluzioni locali come quelle intraprese in tutto l’est. La soluzione finale doveva essere unica, il metodo universale.
Lo Zyklon B, immesso nelle condutture di finte docce, avrebbe massacrato in un anno quasi tutti gli ebrei d’Europa. Entro la fine del 1942, provenienti dall’Europa centrale e occidentale, nonché dall’Unione Sovietica sarebbero stati uccisi 4 milioni di disgraziati.
“(…) Nei campi di sterminio, tale possibilità non esisteva. Erano creati con l’unico scopo di sterminare gli ebrei d’Europa e gli zingari. Di questi campi destinati esclusivamente allo sterminio ve ne furono quattro; il primo, il campo pilota di Chełmno (Kulmhof), fu costruito nel dicembre del 1941.
Poi, dopo la conferenza di Wannsee del gennaio del 1942, che presieduta da Reinhard Heydrich, diede la sanzione ufficiale al programma di sterminio, Bełżec (marzo 1942), Sobibór (maggio 1942), e il più grande di tutti, Treblinka (giugno 1942). Tutti entro un raggio di duecento miglia da Varsavia”.
Cfr. Gitta Sereny, In quelle tenebre, Milanoo, 1999, pag. 133.
1942 IL COLLABORAZIONISMO
Il Nuovo ordine fino al 1942 doveva rappresentare secondo i nazisti un nuovo Eden, un paradiso per la razza ariana e un inferno per i popoli impuri.
La forza delle armi aveva sottomesso quasi tutta l’Europa, ora si trattava di mettere ordine coniugando Lebensraum e razza: in altri termini, attivando un genocidio di massa per motivi economico – razziali.
Non vi era un programma definito per la fondazione di un Reich millenario, le presunte teorie erano sempre le stesse dal 1925 e si basavano, come abbiamo già ampiamente documentato, sullo sterminio dei sottouomini ebrei, slavi, comunisti e indesiderati di varia natura (tra cui malati psichici, bambini portatori di handicap), senza contare zingari e omosessuali.
Gli Untermenschen non avevano diritto di vivere, al massimo potevano lavorare come schiavi fino al loro sfinimento fisico, le loro città andavano distrutte (vedi Leningrado e Mosca, nonché Varsavia.
L’istruzione doveva essere a livello elementare, (contare fino a 500 e leggere qualche manuale ideologico del Terzo Reich).
Chi si ribellava veniva gasato a est, sterminato sul posto, annientato moralmente per tutta la vita quando andava bene.
Himmler così scriveva in una memoria le sue considerazioni sugli “elementi etnici estranei a oriente”:
“Una soluzione fondamentale ai fini della soluzione di tutti questi problemi, è costituita dall’ordinamento scolastico, vale a dire dalla cernita dei giovani. Per le popolazioni non tedesche dell’est, non può esservi una scuola superiore a quella elementare delle quattro classi. Scopo di questa scuola elementare deve essere uno solo: insegnare semplici calcoli (a contare al massimo fino a 500), insegnare a scrivere il proprio nome e la dottrina secondo la quale è legge divina che si obbedisca ai tedeschi e che bisogna essere leali, disciplinati e diligenti. Non ritengo indispensabile che vi si impari a leggere. All’infuori di questa scuola.. ripeto non dovrebbero esservene altre…”.
Cfr. Enzo Biagi, La seconda guerra mondiale, op. cit. n. 43 pag. 66
A Wannsee si era detto fino alla noia che la “questione ebraica era da risolversi a livello paneuropeo”, ora si trattava di mettere in atto, con spirito efficiente il dovere morale del buon tedesco – nazista: uccidere, uccidere, uccidere tutti gli indesiderati del Nuovo Ordine.
- In tutti questi paesi il Nuovo Ordine imponeva lo sfruttamento economico a favore della Germania, nonché la soluzione finale in itinere della questione ebraica.
In tutti questi paesi, dopo 3 anni di guerra, la Resistenza al nazionalsocialismo era quasi inesistente.
I nazisti, sempre vincitori, erano temuti, ma anche rispettati.
La supremazia della Croce uncinata aveva dimostrato quanto fosse efficiente un sistema politico che aveva sostituito la democrazia corrotta di Weimar, il Terzo Reich era poi un baluardo contro il comunismo ateo e criminale di stato.
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