Dopo le fumate nere al festival del dio Quirino in attesa dei Maneskin a Sanremo, l’Italia prima nella crescita del Pil in Europa, sulle prime pagine dei network per tennis e sci,colosso continentale nelle esportazioni manifatturiere,ben piazzata nella graduatoria dei paesi con più corruzione percepita, pare un pianeta di cittadini stremati,stanchi e disillusi.

Quello che sta accadendo a Palazzo con la votazione del presidente è l’immagine del fallimento di una dialettica democratica strategica: si vive di tatticismi che durano un arco temporale di un caffè alla buvette.

Lo si sa ,lo si dice, lo si scrive, lo si grida: estenuante per tutti i normali.

I marziani del politichese di alto profilo,invece, hanno una consistenza ontologica di basso profilo, quando si tratta di lavorate per il bene comune.

Lo hanno scritto pure gli esegeti della borghesia progressista Aldo Cazzullo e Walter Veltroni sul Corriere della sera:vorremmo tornare alla normalità,siamo stanchi, ma quello che accade a Montecitorio è surreale…

Si è scritto anche qui migliaia di volte.

La certezza generale è una sola: presidente A o B,governo C o D,difficile uscire dalla palude dell’emergenza perenne.

Si può solo giocare di rimessa nel panorama internazionale,sperando che il debito pubblico non ci sommerga per sciagurata gestione della crisi istituzionale.

I parlamentari in azione per il Colle paiono invece decisamente preoccupati:come coniugare pagamento del mutuo,fine della legislatura,alto profilo del nuovo presidente, eccetera?

Auspicabile,che per lenire le sciagure di un futuro drammatico per il Belpaese, si trovino personalità politiche non candidate solo alla spudorate menzogne del gioco delle parti.

Siamo una grande nazione occidentale che tifa per il tirare a campare.

Non so se si è notato come il day by day sia scandito da Colle,data room,long form,approfondimenti, pandemia e vana chiacchiera.

Sulla situazione economica si stanno aspettando i ristori,di chi si è fermato per l’ ennesima volta,mentre preoccupa il caro bollette, l’inflazione e cose che nel Paese dovrebbero vedere meno contrapposizioni di facciata.

La macelleria sociale degli incidenti sul lavoro va avanti imperterrita,pure nello stage scuola – lavoro è morto un ragazzo di soli 18 anni…

Quando si parla di soldi Draghi è insostituibile.

Perché il Pnrr è, più che una possibilità,una gatta da pelare per politici che vogliono i soldi non per la Repubblica,ma per rivendicare la res partes del loro potere.

La stanchezza generale viene da lì.

Di prevedibile c’è solo una classe dirigente che dalla crisi della prima Repubblica ha perso la bussola e dalla seconda ha perso la vergogna.

D’altronde quando alle elezioni suppletive per il collegio vacante di Roma si presenta il dieci per cento dei votanti, si capisce il disgusto generale verso il Politico.

Però ha ragione chi sottolinea in questi tempi che la visione di un popolo virtuoso, contrapposto ai politici corrotti, non sta in piedi ora, né stava in piedi prima.

Nel contempo però dall’alto non viene nessun gesto dimostrativo di coraggio nel cambiare qualcosa,se non altro la burocrazia che ammazza anche i più pazienti.

Ci si adagia sulle buone notizie di un giorno,riguardo salute e tenuta sociale.

Le elezioni presidenziali sono seguite con un certo interesse,in fondo sono un diversivo al bollettino della pandemia.

Ma non c’è uno scatto di orgoglio,un pizzico di altruismo degno di nota nella farraginosa corsa per il Colle.

Il toto presidente a oggi è fermo alla seconda fumata nera,alle schede bianche e alle indicazioni sparse,si punta ancora su Draghi o il ritorno di Mattarella?

Si guarda ad un accordo fra i partiti,i veti sono incrociati, si fanno i nomi di Frattini,Casini,Casellati,Pera, Zoff,Cabrini,Gentile,Oriali,Collovati………

Porta pazienza, Sandro