Forse bisognerebbe ricordare che l’ Italia è una repubblica parlamentare,non semi presidenziale come in Francia o presidenziale come negli Stati Uniti.

È meglio rammentarlo, perché da oggi alle h. 15 sembra che il popolo debba eleggere un Presidente solo al comando, con facoltà di usare il telefono rosso per il lancio di missili atomici,come nei film americani.

Invece oggi si riuniranno solo 1009 parlamentari di Camera e Senato che,come da costituzione,dovranno conferire un mandato presidenziale della durata di sette anni.

Se non fosse per la nullità politica della sua classe dirigente,non sarebbe uno psicodramma nazionale.

E nemmeno un grottesco spettacolo della politica al servizio del potere di partiti moribondi che vogliono fare la storia, senza passare dalla cronaca di una crisi economico e sociale indefinita.

Questa volta il virtuoso populismo dell’italiano medio pronto a votare il demagogo di turno non avrà colpe.

Votano i professionisti istituzionali della rappresentanza,taluni nel parcheggio di Montecitorio perché positivi.

In questi giorni nelle segrete stanze e in TV si agitano Richelieu che millantano di avere un incarico per tutti:da Rizzo,a Renzi a Razzi sono tutti kingmaker di alto profilo…

Da più di un mese i professionisti della polis giocano alla Telesina, poker italiano con una carta coperta.

Il rebus è noto anche a noi.

Se Mario Draghi va al Colle,il governo potrebbe andare in vacca.

Si spaccherebbe soprattutto il centrodestra di governo,coi cinque stelle di Conte che dovtebbero trovarsi un lavoro perché è presumibile che ci siano elezioni anticipate.

MisterB,che voleva essere eletto dal popolo,dopo aver fatto i conti della serva, ha deciso di ritirarsi per amor di patria.

Ha ribadito che Draghi deve rimanere al governo.

Silvione ha quindi solo risolto la sua candidatura tenendo in scacco i partiti per una settimana: delirio di onnipotenza di un Cavaliere rimasto Nero che ha rilanciato il ruolo di Forza Italia nel centrodestra.

Rimane la lista della carte coperte: si va dal filosofo Pera,al dottor Sottile Amato, dall’equilibrista Casini a Gianni Letta,da Casellati a Letizia Moratti perché donna fa bello e pure progressista ( pura retorica) e poi chissà chi.

I quirinalisti si aspettano confusione nelle prime tre chiamate “a fumata nera”, poi da giovedì un accordo su un nome da intercettare.

Ma nessun personaggio è convincente,nemmeno per i grandi elettori.

Secondo il Financial Times e N.Y Times, Mario Draghi presidente, assicurerebbe autorevolezza all’Italia per ben 7 anni, i Bpt poliennali sarebbero al sicuro,le riforme del Pnrr un marchio di fabbrica.

E il Pnrr potrebbe essere messo in sicurezza da un tecnico di valore dell’ attuale sgangherata coalizione, suggerito proprio da Mario Draghi e tutto sommato digeribile ai partiti di governo fino fine legislatura.

Le elezioni anticipate,invece,manderebbero il fragile sistema Italia all’inferno,solo la Meloni che attualmente in Parlamento ha il 4 per cento, ne sarebbe felice.

I tempi del partigiano Pertini però sono finiti,la serietà di Mattarella non può essere comprata.

Fate il vostro gioco.

Il compagno Sandro vi guarda…

La Repubblica è antifascista