La possente manifestazione di sabato a Roma femminista e transfemminista patrocinata da varie organizzazioni antagoniste come Non una di meno,Donne italiane,Di.Re,donne in rete contro la violenza e molte altre sigle, è stata snobbata da stampa e social.
La manifestazione, in prima pagina, l’hanno messa in pochi: io ho visto solo il Manifesto,con tanto di foto della marea fuxia.
E’ stata,invece, non solo una dimostrazione di consapevolezza contro la continua mattanza di donne da parte di uomini nel Paese.
Ma una conferma delle capacità politiche,umane,solidaristiche del movimento delle donne.
Che non chiede le quote rose per la classe dirigente,ma pone problemi di diritti,di lotta di classe,di donne migrate,oltre che di donne uccise,stuprate e torturate anche psicologicamente da una società che rimane patriarcale nei contenuti.
(Anche se si adegua al lessico del movimento per non doversi vergognare del non fatto riguardo i diritti delle donne).
.In effetti la giornata contro la violenza aveva visto il solito rituale retorico della partecipazione delle istituzioni all’evento:atto dovuto
Poi scopri per caso una vera notizia.
Il 24 novembre quando la ministra delle Pari opportunità Elena Bonetti si è recata alla Camera per discutere la mozione che prevede provvedimenti per finanziare centri antiviolenza e case rifugio, erano presenti otto deputati su 630.
Il movimento reale delle donne che può abolire lo stato di cose presenti,mi sembra,non abbia bisogno di manifestare la rabbia e la testimonianza solo il 25 novembre,per poi aspettare il 25 dicembre per celebrare la tradizione.
Per questo la manifestazione di Roma ha messo in campo rivendicazioni precise che,come ricordato sopra, riguardano strategie e lotta contro la violenza maschile come appunto centri d’ascolto, aiuti in campo sanitario,psicologico,scolastico ecc.
Interessante un reddito di libertà per le donne che intraprendono un percorso di fuoriuscita dalla violenza.
Se no il 25 novembre rischia di diventare come l’8 marzo, dove le mimose stancamente nascondono la donna come oggetto di consumo.
Nb.Sabato i live di Corriere della sera e Repubblica on line erano dedicati a quattrocento manifestanti no green pass di Milano,su Roma e le migliaia di donne poco.
Alla faccia della libertà di informazione.

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