Ora che i partiti hanno preso atto della disaffezione dei cittadini verso la loro inconcludenza,( il primo è stato Mattarella), il governo Draghi giovedì ha messo nero su bianco i dati della auspicata rinascita.
La legge di Bilancio di 30 miliardi,approvata l’altro ieri in Cdm , presenta vari nodi,quelli più popolari sono la revisione di quota cento per le pensioni,il Rdc e la riduzione del cuneo fiscale.
Attenzione però che quei capitoli di spesa sono tutti cosa nostra.
Non si possono usare ,infatti, i soldi del Recovery per spesa corrente.
Il piano nazionale di ripresa e resilienza, ha già incassato dall’Europa 25 miliardi di euro.
Dove sono finiti?
In nuovi investimenti certo che no.
Come hanno spiegato molto bene alcuni media anche filo governativi, i dane’ sono andati a evitare nuovi emissioni di debito pubblico per infrastrutture, ( digitale e alta velocità), già decise nel 2020,ante pandemia.
C’era da aspettarselo,niente di male si vive di debiti in tutto il mondo.
Quello che non funziona,come hanno ricordato eminenti economisti liberali,è che i fondi dovrebbero generare nuovo lavoro e ripresa occupazionale, e non servire per pagare spese arretrate.
Per questo Draghi rimane un punto fermo fra rigore europeo e distribuzione dei pani e dei pesci.
Destra e sinistra e centro non possono che dare una mano.
Una piccola guerra identitaria su pensioni,Lega,su Rdc( 5 stelle),non può mandare all’aria il partito di Draghi, che e’ sostenuto però da un consenso passivo generale,che non ha fiducia nei partiti,( paradosso italiano).
L’assalto alla diligenza della Finanziaria e’un classico,ma il piano di ripresa auspicato dall’Europa è tutto da fare e Draghi in Europa è una garanzia.
Soprattutto per l’Italia,la BCE ha nel portafoglio il 30 per cento del debito pubblico italiano.
La povertà che non arretra,i salari più bassi d’Europa da aumentare,le pensioni da aggiustare, il Rdc da rivedere; fondi a scuola,universita’ e ricerca da investire dopo secoli di rinvii.
E Draghi tenta ovviamente di accontentare tutti,per non scontentare nessuno.
Insomma è per questo che si parla di incubi vari: una ripresa virtuosa e parsimoniosa dovrebbe passare attraverso una seria ridistribuzione della risorse in senso riformista.
Che vuol dire pensare a chi è meno abbiente,ai nuovi giovani proletari e alla povertà dei vecchi, senza rincorrere i bisogni della spartitocrazia.
Anche se il mantenimento del reddito di cittadinanza è un elemento positivo della manovra.
Quando lo stratosferico debito pubblico e l’ Europa presenteranno il conto qualcuno dovrà pagare.
Indovina chi.?
Manco chiederlo,siamo rassegnati.
Per investire non basta denaro pubblico,bisogna che in un sano capitalismo i privati facciano la loro parte.
Ma per fare la loro parte i pescecani non vogliono sentire parlare di riduzione dei profitti, né di un’equa tassazione sui grandi patrimoni
Il taglio delle tasse a lavoratori e imprese per 12 miliardi certo che è un buon segnale per tutti,non per chi non ha lavoro e per una società civile che fatica a uscire dalla crisi economica.,( Cfr. 8 ore sciopero Fiom annunciate).
La quota pensioni,che verrebbe riportata a quota 102 ,rilancia oggettivamente il fascio – leghismo di Salvini,attacca i 5 stelle,impoverisce il riformismo del PD.
I sindacati concordano che sarebbe una fregatura per chi è alle soglie della pensione beccarsi il ritorno della Fornero e sono pronti allo sciopero generale per una riforma della previdenza che ora il governo non può fare,come sempre.
La Finanziaria,comunque, ha rimesso in moto l’andazzo del debito,della giustizia sociale,e della schizofrenia di una sinistra che deve appoggiate un governo che su troppi temi deve trovare la bossiana quadra.
La luna di miele del draghismo è game over?
Questo,potrebbe essere l’ouverture di una scontro politico ad alta intensità.
Cominciando dall’elezione del presidente della Repubblica.

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