Salvini è in affanno,si inventa una patrimoniale immanente,abbaia alla luna con frustrazione,non basta la guerra vs i migranti e le zecche comuniste per prendere voti.
Come si può scordare che il povero Salvini ai tempi del Papeete era chiamato il Capitano?
Conte,che ci mette il massimo impegno a spostare il M5S definitivamente quasi a sinistra ha però un problema: rischia l’irrilevanza politica alle prossime elezioni.
Come si fa a dimenticare che Conte nei suoi due mandati aveva la compiacenza di milioni di italiani entusiasti di un De Gasperi del terzo millennio?( quello del secolo scorso era mister B).
E Renzi non era forse la reincarnazione toscana di Tony Blair?
Oggi si destreggia al 2 per cento,se non va con Calenda e qualche forzista rischia di cambiare mestiere…( e infatti gira il Medio Oriente proponendosi come conferenziere..)
Beppe Grillo, poi, era diventato il comico più preparato della terra dal punto di vista politico,oggi non comanda che il suo rancore fra ville al mare e sceneggiate green e i soliti siluri populisti a Conte.
Perché Mario Draghi li ha bruciati tutti, non ha avuto bisogno di prestazioni eccezionali, considerato che la sua politica monetaria a Francoforte ha salvato l’economia degli stati europei.
Ora che la signora Angela Merkel lascera’la Cancelleria dopo 16 anni di onorato servizio liberal democratico, il nostro premier viene indicato,non senza ragione,come l’uomo forte,autorevole e capace leader dell’Europa dei 27 stati.
Chi può dire di no?
Nemo profeta in patria,in questo caso e’ patetico:la vedi la Meloni presidente del Consiglio e Salvini replicante agli interni?
Finora ha fatto quello che gli è stato chiesto da un disperato Mattarella.
Combattere la pandemia e rilanciare l’economia cercando di smussare la litigiosità manichea,strumentale,reazionaria dei partiti e dei loro leader che nelle consultazioni amministrative sono stati ricambiati dal “poppolo” con un’astensione di massa.
I vari maestri di pensiero politico finiti in vacca per presunzione,insipienza,modestia culturale,pochezza politica,che fanno a gara per dire ci “siamo anche noi”sono esautorati di fatto da un marea di voti di fiducia in parlamento a cui non possono rinunciare.
No Draghi,no Pnrr,con Letta,che comunque la si pensi,dal punto di vista politico pare il più preparato a dare respiro alla liberal democrazia del presidente del Consiglio.
Se a sinistra del PD c’è quasi il nulla, se i movimenti on the road non beneficiano di nulla,anzi rischiano sempre più emarginazione nelle riserve metropolitane,dal punto di vista parlamentare il decisionismo draghiano garantisce una copertura ideale ad un governo nato per spendere.
Così alla Meloni per ora va benissimo essere “contro”fra pulsioni reazionarie e destra nostalgica parafascista,alla Lega di governo va alla grande andare al centro con Fi,al PD e’ congeniale tessere la tela con il movimento di Conte,ex Five. stars..che se no non sarebbe più in vita.
È da una vita che scrivo,sfiorando la retorica identitaria, che la vera opposizione sta nella società civile,nei lavoratori e negli emarginati di tutte le galassie.
Non c’è nessuno che li rappresenta.
Il presidente del Consiglio ha ottenuto una standing ovation da Confindustria come mai accaduto.
Bonomi,presidente degli imprenditori,ha dichiarato che è necessario,come solo un dio può esserlo.
Un Draghi dominus ci vuole per il Recovery Plan,i sindacati confederali sperano in un patto sociale alla Ciampi 1993.
La democrazia prevede che puoi o devi stargli contro.
Ma onestamente non puoi pretendere che un liberale faccia il socialdemocratico.
Per i partiti l’emergenza e’ una manna dal cielo fino al 2023,per i lavoratori non finirà mai.

Rispondi