” I giovani hanno ragione,bisogna fare di più adesso per la transizione ecologica”.

Così parlò Draghi poche ore fa incontrando Greta Thunberg e i giovani che in settimana hanno fatto di Milano il centro della lotta contro l’inquinamento mondiale.

Greta Thunberg ha concluso la tre giorni del convegno sul clima con una dimostrazione di sincero antagonismo contro quel mondo di potenti capitalisti che dei temi ambientali se ne fa un baffo.

La doppia morale sul clima e sulla transizione ecologica è semplice.

Si vende il prodotto della transizione ecologica come si vendessero sogni ad intermittenza,tutto fa spettacolo e tutto fa mercato.

Durante la settimana dello Youth4climate milanese, che ha lanciato il mese di negoziati sul clima che da Milano va a Glasgow, passando per il G20 di Roma, che in teoria dovrebbe aprire il negoziato mondiale sul clima, la giovane attivista svedese le ha cantate al governo italiano, all’ONU e ai ministri: soprattutto al nostro Cingolani, ministro della transizione ecologica del governo Draghi.

Ha compreso che il bla bla bla sul clima è un veicolo più di marketing che di politica ambientale verde per le future generazioni.

Tanto è vero che ha contestato lo Youthwashing e pure il Greenwashing, che in parole povere significa il lavaggio giovanile che viene fatto nella comunicazione per questioni ambientali.

Abilmente manipolato il romanzo dell’ambiente finisce nella affettata riproduzione dell’esistente modaiolo per quanto riguarda clima, ecologia ecc.

Sembra che i Fridays for Future italiani siano furibondi per la divisione operata dalla politica fra chi protesta e chi propone.

Greta insieme all’ attivista dell’Uganda Vanessa Nakate, ospiti dell’assemblea di Milano con Beppe Sala e Cingolani, ha invitato i 400 attivisti governativi alla protesta fra il tripudio generale.

Non c’è voluto molto per i parolai dell’ecosistema sostenibile tramutare Friday for future in una kermesse da red carpet della protesta sostenibile.

Senza poi combinare nulla, senza mettere in atto soprattutto in Italia sezioni di pensiero alternative al modello di sviluppo capitalistico.

L’Italia su questi temi è in ritardo ( anche se ha rinunciato al nucleare 40 anni fa)

La manifestazione di ieri ha messo in chiaro che Greta e i Fridays for future italiani non sono tonti, nè sono inconsapevoli che su certi temi è facile costruire retoriche giovaniliste.

Davvero troppo poco per i sogni di Greta presa per una pasionaria velleitaria da far parlare con i potenti della terra come fosse la nipotina ribelle coi nonni saggi.

Nel senso che un giorno è una bambina viziata che ha lasciato la scuola per girare in barca a vela, l’altro una pericolosa demagoga.

La sua sensibilità, la sua conoscenza, la sua volontà sono una certezza democratica meglio del niente parolaio della politica.

Domani manifestazione a Milano.