La battuta di cui sopra Giulio Andreotti la fece nel 1989,alla vigilia del crollo del Muro di Berlino.

Una Germania unita e forte nel cuore dell’Europa ha sempre fatto paura da sempre.

Il Mazzarino dopo la guerra dei Trenta anni divise il territorio tedesco in 300 stati alla pace di Westfalia ( 1649),Napoleone Bonaparte entrò a Berlino dopo la battaglia di Jena nel 1806,i francesi occuparono la Renania dopo la sconfitta guglielmina nella prima guerra mondiale (1918),i russi staccarono l’est dall’ ovest dopo la seconda( 1945), dopo che il nazismo aveva unificato Germania e Austria nel Terzo Reich.

Tutti contro la Germania,oppure la Germania contro tutti,con l’ombra orrenda del nazismo che non passa manco all’elezione di due giorni fa del Bundestag.

Il breve preambolo storico era necessario per comprendere che non c’è stata nessuna rivoluzione alle elezioni di domenica.

Il colosso tedesco federale,dopo i 16 anni del pontificato liberale della Merkel, e’ tornato a guida SPD con Olaf Scholz,che ha vinto di misura sul candidato CDU: 25,7 per cento vs.24,1.

Il crollo della CDU, quasi 9 punti in meno, del patacca ridanciano Armir Leschet che si fece una grossa risata mentre venivano commemorate le vittime dell’alluvione questa estate,era prevedibile,ma non è stato disastroso:la continuità con la Merkel era la volontà nascosta dell’elettorato socialista e democristiano.

I Verdi al 14,8 per cento non hanno sfondato sia perché la leader Annalena Baerbock è stata beccata a copiare un e -book e ha perso affidabilità presso il popolo green, sia perché in Germania gli originali Verdi di sinistra ( Daniel C. Bendit)non ci sono più: questi si sono posizionati su emisferi riformisti alla PD italiano.

I nazi di Alternativa per la Germania hanno raggiunto il 10,3 per cento e passa dei voti,il doppio della Linke che ha perso metà dei voti

Infine i liberali hanno ottenuto un buon risultato con l’11,5.

Così anche nella grande Germania che la Merkel aveva messo in sicurezza dalla crisi economica con pragmatismo e ferocia nazionalista (chi si è scordata Atene?),ora si arranca nella frammentazione,nel nazi populismo della Turingia e della Sassonia dove Afd è il primo partito.

La sinistra a sinistra della Spd la Linke ha ottenuto 39 seggi ( come da noi Rifondazione con Prodi).

Morale improvvisata e provvisoria: sembra che anche in Germania la Linke radicale non sappia più attrarre il voto di settori proletari, che l’Spd abbia bisogno di Verdi a sinistra e Liberali a destra per fare un governo,che anche la potente Germania ha preso mazzate dalla pandemia.

Per ora al governo ci starà la Merkel.

L’Spd, partito storico della socialdemocrazia tedesca che non ha avuto bisogno di cambiare nome tre volte e che non può governare da solo, si accinge al rilancio della Germania che non vuol essere solo una ,” Grande Svizzera”, fuori dagli equilibri non tanto europei, quanto internazionali ( Usa,Russia,Cina).

La vera angoscia tedesca, però, è il debito pubblico che i tedeschi non vogliono pagare per l’Europa dell’euro.

Infatti per l’ Italia ora non si mette bene come nota Caracciolo su Repubblica.

La spinta tedesca per tornare all’austerità fiscale e monetaria sarà pesante, il senso comune tedesco considera gli italiani degli spendaccioni di un’Europa dalla borsa larga.

I tedeschi in questo sono probi.

Non hanno però mai pagato i danni di guerra grazie al fatto di essere diventati all’Ovest l’avamposto dell’ antisovietismo.

Vedi che aveva ragione il grande Giulio?

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