Si stava meglio,quando si stava peggio?
La data di inizio del terzo millennio che leggeranno sui libri di storia i nostri posteri fra cento anni è quella dell’11 settembre.
In questi vent’anni,però,il mondo è cambiato per la più grande rivoluzione scientifica planetaria dai tempi di Copernico e della Rivoluzione industriale.
Senza ricorrere al determinismo marxiano è acclarato che l’informatizzazione dei mezzi di produzione ha accelerato la dissoluzione di ideologie e passioni del secolo scorso,per quello che si chiamava post moderno e oggi si chiama,per usare il titolo di una canzone di Neil Young di anni fa,computer Age.
Dal giorno dell’attacco alle Torri Gemelle e al Pentagono da parte di Al Quaeda di Bin Laden,infatti, la guerra fredda lasciò definitivamente il posto a Nord e Sud del mondo,a Occidente e Oriente,islamismo e cristianesimo,paesi ricchi e poveri.
La dialettica storico – mitologica fra comunismo e capitalismo fu lasciata nello spam del secolo breve.
La risposta militare degli States per i tremila morti di New York portò la guerra in Afghanistan,poi ancora in Irak nel 2003, dopo la prima guerra del Golfo del ’91.
Ma soprattutto il terrorismo islamico fondamentalista con le varie sigle del post Bin Laden colpi’ anche le capitali europee e atlantiche per venti anni fino ad arrivare a oggi.
Le primavere arabe, la fondazione dello stato islamico dell’Isis,oppure dell’Emirato afghano:tutto il mondo e’ mutato come vi fosse stata un’altra guerra mondiale sotto la spinta di nuovi valori o disvalori.
Guerre di religione,guerre per le materie prime,guerre per vari nazionalismi hanno creato,con l’avvento della tecnologia,un universo caotico e quasi ingovernabile dalle vecchie potenze.
Bin Laden,Saddam Hussein,Gheddafi uccisi senza se e senza ma, hanno messo in scena la volontà dell’Occidente capitalista di fare piazza pulita di stati che prendevano a modello le dittature islamiche dei vari stati canaglia,secondo la dottrina Bush padre e figlio .
L’11 settembre del 2001 di venti anni fa sembra ieri,invece per certi versi sembra passato un secolo.
C’era generalmente più speranza,un altro mondo era possibile nelle analisi democratiche radicali,non c’era stata la crisi economica del 2008,il sovranismo,il nazionalismo reazionario,la psicoideologia del nazifascismo di ritorno era confinata in minoranze ininfluenti.
Soprattutto non erano iniziate le grandi migrazioni di milioni di proletari dalle zone di guerra con la conseguenza del materializzarsi del razzismo verso i migranti anche in forze che si dichiarano antimperialiste.
I disastri ambientali,il cambiamento del clima hanno messo in crisi certezze millenarie del rapporto fra uomo e natura.
Per cui quella data rimane decisiva,
La globalizzazione faceva uscire dalla povertà miliardi di individui,ma le sue contraddizioni le viviamo oggi, dove la crisi del modello del neo capitalismo dei pescecani è fatta pagare ai diseredati di tutto il mondo che è difficile unire sotto le bandiere della democrazia e del socialismo.
Oggi e’ tutto più complicato,tutto più scivoloso inquietante,difficile,confuso,violento.
La pandemia sembra abbia fatto più morti del terrorismo e delle guerre.
E meno male che non c’era l’egemonia dei social media di oggi sulle menti umane…

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