Tornare oggi a Genova,per commemorare Carlo Giuliani a cui è impossibile non dedicare un ricordo commosso.

Ma oltre al dolore,oltre alla vicinanza ai familiari,c’è una rabbia incontenibile per come la narrazione su Genova sia stata manipolata in questi vent’anni.

Fu la più grande manifestazione mondiale no global, fu l’apertura dello scontro di classe del nuovo secolo,fu la conferma di apparati dello stato italiano legati alla mitologia criminale nazi fascista.

Così nonostante film,documentari,milioni di parole in centinaia di libri sui fatti di piazza Alimonda, della scuola Diaz,di Bolzaneto,del clima di sospensione delle libertà democratiche, i mandanti di quelle vergognose pagine di storia l’hanno fatta franca.

Mister B,la Meloni i Salvini e tutti i reazionari accomunati dall’odio contro il movimento( chi non ricorda il ruolo dei Fini,degli Scaloja in quei giorni),in questi anni non hanno mai ammesso politicamente la deriva golpista di quelle tre giornate sancite dalla condanna di Amnesty International e Nazioni Unite.

Si pensi cosa fu detto dagli organizzatori del G 8 prima della tre giorni.

I manifestanti si accingevano a lanciare sangue infetto sulla città,si paventava l’uso di alianti carichi di bombe, erano pronti a sequestrare funzionari della questura.

Si ordinarono casse da morto per seppellire le vittime della battaglia, fu istituita la zona rossa per difendere i grandi della terra: Genova fu blindata da forze dell’ordine che si sentivano coinvolte nella terza guerra mondiale…

Poi ci fu la mattanza delle giacche blu con il plauso dei telegiornali di Emilio Fede.

E oggi che i vertici della polizia pullulano di” ragazzi “che hanno fatto carriera con la tortura,con lo spaccare la testa a gente inerme,con il fabbricare prove fasulle contro i manifestanti che si erano rifugiati nella Diaz, l’estrema destra nega ancora la violenza indiscriminata di polizia,carabinieri e reparti speciali.

Infatti le condanne delle corti europee e procure italiane dei poliziotti coinvolti nella mattanza di quei giorni a vario titolo, non hanno scalfito il sistema repressivo autoritario e antidemocratico dei dirigenti di alto livello.

Il padre di Carlo Giuliani ha detto bene.

Il figlio è stato ucciso solo materialmente da Placanica( abbandonato poi dallo stato).

Ma Carlo Giuliani e’ nei nostri cuori,Genova è stato il punto di non ritorno del neo liberismo italiota zeppo di mediocri liberali e autentici fascisti.

Chi, dalle varie sale operative della Questura si vantava per telefono di essere epigone di Pinochet e chi, al governo, voleva spazzare via la plebaglia catto comunista dall’Italia, è ancora nella classe dirigente del Belpaese, erede della Resistenza.

Ma pure il sindacato di Cofferati, che fece dietro front dopo la manifestazione dei migranti, non ha fatto che emarginare la protesta e la ribellione dell’ unica Primavera italiana di questo secolo.

Per poi piangersi addosso perché la sinistra ha perso contatto coi territori…(cfr DS,PD, …e parrocchie settarie sparse).

Dopo 20 anni il paese si è accorto di quello che è accaduto in quei giorni?

Dalla pubblicistica,dalle inchieste,dai ricordi di questi giorni sembra di sì.

Dai sondaggi elettorali non sembra.

Chi era dalla parte dei macellai e’ stato premiato.

Chi era dalla parte della ragione e della giustizia o non c’è più per propria dissoluzione ( Rif.comunista),oppure, come il movimento in generale, si batte con forza anche se è stato messo al muro da pandemia, crisi economica, mancanza di prospettive individuali e collettive.

Se un altro mondo era possibile nel 2001,ora si parla di un nuovo mondo necessario.

Possibile o necessario si vedrà o lo vedrete.

Noi intanto Carlo, ci vediamo oggi in piazza,ribelli per amore lo saremo sempre.