Tutto quello che viene scritto qui di seguito non ha fonti dirette, ma letture variegate di tutti i colori on line e no.

Questo per dire che le notizie sono troppo frammentarie per essere analizzate.

Perchè tutti abbiamo nel cuore Fidel e il Che.

ll mito di una rivoluzione grandiosa nel giardino di casa degli Stati Uniti è stato un baluardo di autentica libertà e speranza nel regno del perfettibile.

Soprattutto per milioni di proletari dell’America Latina che il capitalismo yankee e la Cia hanno sfruttato e massacrato nel segno del liberismo capitalista.

Ma Cuba,utopia caraibica. da qualche tempo diventata spettacolo del socialismo con le magliette del Che e Fidel, non è un museo a cielo aperto per nostalgici comunisti.

Così un popolo come quello cubano non è diventato improvvisamente controrivoluzionario nelle manifestazioni dei giorni scorsi in 25 città dell’isola.

L’embargo trumpiano ,la crisi economica, gli scaffali vuoti, la mancanza di petrolio ( vedi crisi Venezuela), i turisti che non arrivano dopo il Covid e per il Covid hanno acuito le difficoltà di un sistema orfano del carisma insostituibile di Fidel Castro, della guida del fratello Raul, oggi novantenne, senza contare la politica Usa degli ultimi 50 anni verso Cuba.

Ora l’ Occidente liberale vede solo una Cuba nelle mani di un burocrate incolore, Miguel Diaz Canel, degno della cortina di ferro, un partito divenuto una pletora di burocrati privilegiati, tiranni che reprimono la libertà chiesta a gran voce soprattutto dai giovani cubani che della rivoluzione non hanno il senso.

E così?

O invece è il solito anticomunismo reazionario? E poi non è la prima volta che il sistema entra in crisi,nel 1994 però c’era ancora Fidel.

Le squisitezze poetiche,romantiche del socialismo reale caraibico,hanno lasciato il posto al brutto comunismo della repressione proprio del popolo,dicunt i media liberali, conservatori e della destra.

Per ora siamo alla repressione del terzo millennio:chiusura di internet,arresto di influencer,ma anche un morto negli scontri di questi giorni.( Per ora comunque il G8 di Genova rimane insuperabile per macelleria liberale).

Che il governo cubano,invece,non sia liberale in senso atlantico è una scoperta dell’ acqua calda.

Che non prepari una piazza Tienanmen dovrebbe però rassicurare i democratici e tutta la sinistra molto prudente nel prendere posizione contro la repressione.

La repressione delle manifestazioni non è un buon segno, ma la popolazione, si dice, non è in maggioranza anticomunista, è solo antigovernativa.

Le contromanifestazioni dei castristi contro i ribelli anticomunisti ricorda il Venezuela di Maduro.

Chi è il controrivoluzionario,un prezzolato agente della Cia?

Certamente la comunità cubana di Miami,le multinazionali americane non vedono l’ora che sull ‘isola caraibica arrivi il libero mercato di Amazon.

E certamente la popolazione afflitta da crisi economica e pandemia non se la passa bene.
Paradossale, ma pare che manchino i dollari dei turisti americani..
Ma che sia tutta colpa della dittatura comunista è un discorso che alla lunga non regge.

Crisi economica e pandemia hanno fatto strage nei paesi capitalisti come il Brasile molto più che a a Cuba.

La pandemia contingente,si dice anche a sinistra, non può essere un’alibi per spiegare il fallimento di un sistema.

O di un governo,?

Che non ha più niente da dire da quando il muro di Berlino è caduto, insieme all’Urss, che comprava la canna da zucchero cubana a prezzi proibitivi.

La speranza è che il governo della post rivoluzione attui quelle riforme che consentano la ripresa di un socialismo sostenibile,e soprattutto intervenga sulla corruzione della nomenclatura denunciata dai dimostranti.

Possibile che non ci sia una fuoriuscita a sinistra nella crisi di Cuba?

E che il popolo cubano abbia sopportato con entusiasmo le proprie catene per paura, o assistenzialismo statalista del poco lavoro, ma pochi consumi?

Tutto può essere Cuba, meno che il passato.