L’Italia di Mancini vince il suo secondo campionato europeo ai rigori contro l’Inghilterra meritatamente.

Paese contento,strafelice,euforico dopo pandemia,ma come da locuzione latina del titolo,la gloria del mondo passa, soprattutto per le cose effimere.

E anche se il calcio è gioco di entusiasmo,sofferenza e gioia allo stato puro,oggi non si può dimenticare che non basta una vittoria, seppur importante, per cancellare quello che la quotidianità ci propina in Italia.

Se la serata di ieri è stata storica, se ancora oggi la sbornia è gigantesca, il panta rei, il tutto scorre, al di là della retorica calcistica.

La storia non si fa con il calcio,vorremmo vivere in un paese sì bello,si unico,ma anche più giusto.

E volare basso, non pensare che ora ci sarà una rinascita tricolore in tutte le stagioni della nostra vita nazionale.

Che il Pil salirà, che Mancini – Draghi – Mattarella saranno i Garibaldi, i Cavour, i Mazzini del nostro ri- sorgimento è banale, come l’atteggiamento di alcuni tifosi inglesi che hanno insultato gli italiani per un giorno intero.

Alla vittoria italiana si sono uniti i tabloid scozzesi irlandesi, gallesi decisamente anti imperialisti inglesi per storia, ma anche qui tutto fa parte della rappresentazione della storia,un’arte poietica manipolatoria, e basta.

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