Il popolo della sinistra non c’è più.

Anche secondo Niki Vendola che dopo la condanna a tre anni per il caso Ilva si è riproposto alla politica dopo anni di privacy.

Della sensibilità culturale di uno dei leader di Rifondazione non c’è da dubitare, così come della vocazione idealistico religiosa del suo operato.

Vendola,non dimentichiamolo e’stato importante nel movimento del G 8 di Genova,nella lotta per i diritti civili,e ha avuto la fiducia dei cittadini pugliesi per due mandati come presidente della regione.

Quando,dopo lo sfascio di Rifondazione nel 2008, ha mollato il colpo, ma non la sua baby pensione a 57 anni di 10.000 euro lordi al mese per dieci anni di presidenza della regione Puglia e di parlamentare,si è giocato la reputazione di comunista.

Il popolo della sinistra, però,disperso fra sirene leghiste e grilline da almeno dieci anni,non è vero che non ci sia.

Ha cambiato pelle,non è più votato alla solidarietà universale, è spaesato dalla pandemia,spera in una federazione della sinistra che sia una imitazione in piccolo della Destra:anche,ma non solo.

In effetti non sa di chi fidarsi in genere, si agita fra sana rabbia e frustrazione repressa, vive di nobili nostalgie, ma anche Niki lo sa,” il che fare” lo accompagna nella lotta per la sopravvivenza.

Il popolo della sinistra,poi, e’ una categoria dello spirito

Diciamo allora popoli,varia umanità,proletari,ceto medio,classe dirigente democratica,cani sciolti etc:quante sono le sigle che si richiamano alla gauche?

La sinistra che lotta apparentemente è svanita, poi c’è e rivendica forte la sua presenza su tutti i fronti a cominciare dai diritti civili dei migranti e Lgtb.

Perché il pensare di cambiare in meglio,riappropriarsi del futuro è un disegno strategico che va dal G 7 dei grandi in Cornovaglia,fino all’amministratore di condominio che ha in mente di rifare la facciata della casa.

La sinistra orfana,secondo Niki,può solo sperare che almeno gli operai che si arrampicano sulle scale del cantiere siano assicurati contro gli infortuni sul lavoro.

Dal primo luglio la grana dei licenziamenti riguarderà pure la sinistra,qualcosa si può fare,Niki.

Non è polemica questo pistolone, né giudizio personale su Vendola

I veri orfani sono i figli di Adil,sindacalista morto lottando per i propri diritti,al di là di qualsiasi metafora autoassolutoria sulle strategie della sinistra.

Vendola,forse,non sa da che parte ricominciare,ed è giusto.

Si chiedesse veramente perché il popolo è andato a destra, capirebbe perché la sinistra non è più sinonimo di rivoluzione,ma di pura conservazione a cominciare da certa classe dirigente e dei suoi privilegi.( I leader mancanti).

Mettersi a piangere sul latte versato non serve a nulla.

Sperare che un plotone di esecuzione mediatico supplisca il plotone di esecuzione stalinista nel trattare il traditore privilegiato Vendola è la soap opera di una tragedia.

Niki Vendola è abbastanza intelligente e colto per sapere che chi crede in un mondo migliore, può andare in ferie, prendere l’aspettativa ,ma non andare in pensione.

I comunisti in pensione anticipata sono forieri di rimpianti, complessi di colpa,autoappagamento illusorio.

Basterebbe un po’ di sana e vecchia autocritica,Niki,dicendo” forse ho sbagliato qualche cosa”.

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