La proposta di Enrico Letta, giusta e sacrosanta, e di sinistra ,di tassare la successione dei patrimoni dai cinque milioni con aliquote progressive, è stata cassata da Mario Draghi con un’ affermazione populista, non degna del suo carisma da statista.

Draghi ha dichiarato che non è ora di far pagare le tasse, ma di dare soldi ai cittadini .

Una barzelletta, quella comunità di fortunati, ( in Francia questa tassa si chiama tassa sulla fortuna e porta 14 miliardi allo stato contro gli 800 di casa nostra), dovrebbe mettere mani al portafoglio per aiutare giovani in difficoltà post Covid nello studio e nel lavoro ( non si dice che sono proprio i giovani ad essere stati massacrati dalla crisi?)

Se le tasse devono essere pagate da tutti,non si vede perché l’1 per cento della popolazione abbiente non dovrebbe pagare la tassa di successione su rendite milionarie.

A parte le dichiarazioni del solito luminare della carta stampata, Marcello Sorgi, che candidamente in TV ha dichiarato che, insomma, “tutti abbiamo vissuto in case da un milione di euro”, ( vero insulto ai cittadini non milionari), il messaggio che ne deriva è quello che la lotta alla disuguaglianza è uno spot retorico elettorale che non porterà a nulla.

Massimo Cacciari ha ragione quando sostiene che se ci fermiamo sulla liceità della tassa di successione, aspettarsi una riforma fiscale da parte del governo è pura utopia.

Anche perché la tassa di successione sui grandi patrimoni sarebbe vista come un eterna malattia mortale: l’esproprio dei comunisti della rendita accumulata dagli onesti che già pagano le più alte aliquote del mondo.

Per la cronaca: Mister B la tolse, in pieno conflitto di interessi, come primo provvedimento liberale del suo governo nel 2001.

Comunque se un benestante,nella riscossione della successione, deve lasciare 100 mila euro su 10 milioni di eredità, certamente non va in rovina.

E non si venga a parlare di invidia sociale che vuole che anche i ricchi piangano,please.

La pubblica opinione di estrema destra si vede da che parte sta.

Ma per me/ noi non una novità, quando mai i reazionari sono stati contro la disuguaglianza? ( il fascismo è nato sulla disuguaglianza dixit Gianfranco Fini…)

A parole l’enfasi sull’uguaglianza batte nel cielo della nostra patria, finché non tocchi la rendita plurimilionaria.

Per la cronaca: sinistra italiana di Fratoianni si è schierata con Letta e anche i Cinque Stelle.

La proposta, perché non rimanga una bandierina contro l’ingiustizia sociale facile da sventolare solo in Parlamento,avrebbe bisogno di una prassi sui tempi lunghi,ma questo è un altro discorso.

Il postulato che sentenzia che nella vita solo due cose sono sicure,la morte e le tasse, è da rivedere.

Non si spiega infatti perché la corsa a diventare il più ricco del cimitero non si fermi mai.

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