La prendo da lontano.

Patire e soffrire per cause perse, come ad esempio il socialismo di Marx ,oppure battersi per sistemi almeno decisamente democratici (quelli che praticano l’accoglienza) è universalmente riconosciuto atteggiamento passatista, ottocentesco, nostalgico, vetero comunista anarchico -buonista radical chic,poco realistico…

E chi ha saputo cambiare idea su questi valori,senza cambiare se stesso, è senz’altro più furbo di chi vi scrive, non lo metto in dubbio.

L’incertezza che perseguita l’universo è che tutti esigono coerenza dall’altro,negandola a se stessi.

Che non è quella di Hitler nel bunker di Berlino, o quella di Goebbels che avvelena la famiglia,perché non viva nell’inferno giudeo comunista.

La coerenza per me, ma non solo secondo me, è il rispetto verso se stessi: quello che pretendi dagli altri lo devi pretendere da te stesso.

In politica, la coerenza non sempre paga.

Allora cerca scorciatoie salutari al proprio mezzo di sostentamento ,mentendo spesso,con artificio parolaio, sulle proprie scelte.

La povera Patria di cui cantava Franco Battiato quella” schiacciata dagli abusi del potere/ di gente infame, che non sa che cos’è il pudore”, ad esempio, sembra non essere mai esistita.

Eppure la canzone fu scritta in tempi in cui doveva aprirsi la stagione dello stragismo mafioso e poi quella di Tagentopoli in cui gli uomini e le donne dell’impegno erano già stati reclutati fra gli apostoli del potere e del consumo senza pudore.

Post mortem, in questi giorni il geniale Battiato ( con Re nudo organizzammo il concerto Battiato Pollution nei primi anni settanta) è stato strumentalizzato in sede politica come fosse un modo per ottenere una patente di raffinato intellettualismo, da chi forse manco lo aveva mai sentito.

E sì che l’anti – intellettualismo è la caratteristica saliente dei nostri tempi.

L’analisi non è molto apprezzata, si mira allo schematismo dei social dove basta un niente per prendersi odio per affermazioni ritenute poco coerenti.

Senza addentrarsi nella raffinata e insieme popolare musica di Battiato si direbbe che la filosofia in questo caso sgombra il campo da qualsiasi idiota che conservi di Battiato la memoria di una recita partigiana della vita.

Battiato non era di destra, ma non sopportava i servizi d’ordine dell’ultrasinistra: in questo senso era pasoliniano,metafisico, metastorico, o troppo storicista.

Era coerente?

Aveva trovato un centro di gravità permanente.

La solitudine vera e geniale dell’arte di Battiato era al di là dell’appartenenza paranoica ad un’ideologia.

“Non siamo mai nati e non siamo mai morti”richiama Parmenide di Elea e le filosofie orientali.

Tutto è eterno, tutto vive e vivrà per sempre, soprattutto nella musica, soprattutto nella rilevanza di una vita autentica perchè votata all’essere per sempre.

Anti materialismo storico, fortunatamente amato anche a gauche.

Bene,nel giro di pochi giorni quello che era un genio un po’ “pazzariello” è diventato un mito per tutti:, anche per quelli che in questi anni hanno messo profitti e denari al primo posto.

Nel novero delle porcherie incoerenti c’è sempre, per stare a facili esempi, il ritorno del vitalizio a Formigoni da parte di Forza Italia e Lega, mentre il mondo dei deserti e della sabbie medio – orientali ritorna alla moda nel frangente di un brano dedicato alla odissea del Maestro verso la verità.

E’ la nuova diligenza dei vincitori questa.

Sono tutti Battiato, l’ incoerenza suona la sinfonia della consolazione filistea.

Si canta meglio sul carro del vincitore, lasciando la coerenza allo spartito dei perdenti.

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