Il piano del Recovery inviato dal governo Draghi il 30 aprile alla commissione europea ora è al vaglio dei ragionieri dell’Europa Unita.
La versione finale del documento che si chiama “Piano nazionale di ripresa e resilienza” è una vera ristrutturazione capitalistica del Paese e lo scrivo senza nostalgia per i piani quinquennali di matrice sovietica.
In pratica riguarda il “Tutto” di una nazione che siede nel G8 e che in questo secolo non ha saputo fare altro che arretrare in ogni campo della società civile e delle istituzioni.
Già a luglio la commissione potrebbe autorizzare l’Italia alla spesa della prima tranche dei fondi del Recovery, cioè 25 miliardi di euro, poi arriveranno soldi per le riforme cominciando dai 36 miliardi per le infrastrutture compresa l’alta velocità Salerno- Reggio Calabria.
Poi, come già visto sopra, nel documentone di 337 pagine c’è una lista della spesa che comprende riforme in ogni settore: ci siamo accorti che siamo maglia nera in tutto, che non cresciamo da almeno 20 anni, che non bastano i capitali di stato se non si attraggono nella ripresa i capitali privati.
Tutti i partiti di governo hanno approvato quindi quel piano di ricostruzione nazionale di 248 miliardi e passa che dovrebbe essere un nuovo Rinascimento, un nuovo Risorgimento e pure una nuova Resilienza.
La Resistenza che si è celebrata il 25 aprile ricorda troppo i partigiani e la sinistra comunista che non c’è più.
Ora o mai più dicono tutte le istituzioni; così come dalla politica ai sindacati, dalla Confindustria alle gente comune, si capisce che se toppassimo l’ennesima rinascita saremmo non solo degli incoscienti, ma dei falliti.
L’antinomia salute ed economia che ha portato e porta inevitabilmente alla guerra fra chi vuole riaprire tutto e subito perchè è sul lastrico e chi, più economicamente al sicuro, vorrebbe comunque più prudenza,( generalizzazione consapevole) ha trovato il suo crocevia nella data del 26 aprile con il piano di riaperture parziali.
Rimane la battaglia sul coprifuoco alle 22 o alle 23, anche se per lo scudetto dell’Inter, poteva essere di qualsiasi squadra, è andato tutto in vacca nel giro di un’ora
Quando all’Olimpico l’11 giugno la partita inaugurale degli Europei di calcio potrà essere seguita da almeno 15.000 spettatori a distanza, secondo protocolli e norme di sicurezza, molti sperano nel segnale di liberazione dal Covid. ( è sempre il calcio a dettare l’agenda….)
Anche i teatri, gli spettacoli all’aperto, le varie manifestazioni culturali,i cinema hanno visto la riapertura in varie modalità oltre a ristoranti, palestre, piscine etc.
E poi ci sono tutti quelli che massacrati da lockdown stanno giustamente e finalmente preparando la tappa di metà maggio, quando in teoria dovremmo passare alla fase di una zona gialla generalizzata.
Ma per la politica che canta e conta l’importante è dare il via ad una speranza condivisa, che per chi scrive e credo anche per chi legge, spera non sia la solita illusione/delusione.
Succede però che il virus stia girando ancora in gran parte d’Europa, con varianti esotiche che non lasciano tranquilli anche se le somministrazioni di vaccini vanno finalmente bene.
Situazione di stallo, dunque, con divisioni cromatiche fra regioni, con 120.000 morti e con il corollario di tragedie quotidiane non solo economiche, ma anche psicologiche ,con depressioni, angosce, tentativi di rivolta di esercenti, ristoratori etc.
L’Italia, che non può far finta che ci siano sostegni – risarcimenti per tutti visto l’alto debito, si arrangia come sempre a stare a galla, sperando che passi la tempesta con l’immunità del 60% dei cittadini entro luglio e appunto con la botta di vita dei primi soldi del Recovery.
Mario Draghi in parlamento ha pregato i partiti di non abbuffarsi di promesse elettorali, di appalti, di corruzioni già messe in cantiere, di altre amenità alla Durigon, il leghista amico della Guardia di Finanza.
Alto il debito pubblico, farraginosa la burocrazia, pletore di mafiosi speculano da tempo sulla mancanza di liquidità: evasori fiscali protetti dal sistema mafioso parallelo dell’usura stanno aspettando il via libera definitivo.
Il sistema non può essere cambiato dal governo Draghi, come non poteva essere cambiato dal governo Conte per decretazione: il Recovery si presenta come keynesiano, un new Deal necessario all’Italia e all’Europa.
La tradizione è dura a morire e il pessimismo c’entra poco.
Alla festa del primo maggio dai sindacati è stato ribadito che bisogna ripartire dal lavoro per le donne,per i giovani…e il Sud…no comment …la retorica qui è quasi una farsa perché Il copione è logoro.
Questo è un dato di fatto.
Speriamo che il capitalismo dal volto umano ci dia una mano….
Per gli invisibili notte fonda, ma questo sta nelle leggi del capitale.
Gli unici a constatarlo sono gli antagonisti, i centri sociali, gli anarchici, gli oratori, le Ong, il movimento delle donne, il movimento in generale, le persone intellettualmente oneste, che non vogliono passare per il filtro dell’umanesimo capitalista senza un briciolo di giustizia sociale.
Sarà un caso.

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