Max Horkeimer, filosofo ebreo tedesco morto nel 1973, che insieme ad Adorno e Marcuse costituì la Scuola di Francoforte ( accademia più marxista che leninista), andò giù pesante contro chi non si era accorto che dagli Anni Trenta il fascismo era la forma più reazionaria del capitalismo da monopolio, dominato dal capitale finanziario.
La critica della scuola di Francoforte al capitalismo paradossalmente coincise nel primo dopoguerra con la posizione sovietica staliniana nella guerra fredda: chi era per il capitalismo non era sincero antifascista, anzi giustificava le nostalgie della borghesia per il massacro contro i rossi.
Non andò proprio così.
La borghesia liberale europea scelse la strada della democrazia a sovranità limitata dall’imperialismo americano ,anticomunisti e antifascisti allo stesso modo, ( in Italia meno in Grecia, i colonnelli etc)
Lo scrivo per una semplice constatazione.
In questi giorni di discussione sul Recovery, dall’ estrema destra contro Draghi si leva la solita litania del complotto giudaico massonico in salsa salviniana – meloniana che rovescia completamente la storia del rapporto fra capitalismo e fascismo.
L’anticapitalismo, infatti, non sempre è stato democratico, il fascismo e il nazismo si sono rappresentati nella menzogna di un anticapitalismo di facciata.
L’incenso della funzione anticapitalista è sempre quello: la sinistra è con il capitalismo del coprifuoco, scemenza inaudita, perchè non si accorge che il Volkish, il popolo del nazional socialismo in un solo paese, vuole ritornare alla vita dopo che la borghesia rossa gli ha negato pure il pane che dà ai migranti.
Certamente è una visione non solo falsa della realtà, ma decisamente reazionaria come tutto il fascismo psico ideologico del leghismo e del melonismo.
Ma dall’altra parte non si può, secondo me, accettare le regole del capitale come se queste non includessero in certi presupposti la convivenza con il fascismo, almeno in Italia, paese fondatore del fascismo corporativo.
Per alcuni storici il nazismo fu il miglior interprete del capitalismo e il fascismo italiano il suo meschino servitore.
La vicenda dei migranti che muoiono in mare con l’Europa compatta nel girarsi dall’altra parte e che considera la salute dei propri cittadini come la salvezza dell’intera umanità, ad esempio, coincide con una cultura che trova la vergogna del proprio egoismo funzionale al migliore dei mondi possibili nel capitalismo.
In questo non prendo nemmeno in considerazione il Salvini di governo insieme alla sinistra moderata.
E’ un entrismo solo strumentale al consenso che storicamente non ha nulla da dire al capitalismo, perchè considera l’antifascismo la massima espressione di una idea rivoluzionaria che va combattuta in ogni sua manifestazione ( dal proibire Bella Ciao, a Imagine di Lennon nelle canzoni dei bambini a scuola).
Pretendere, però, che Draghi abbia un senso gramsciano dello stato oppure che Conte sia stato il Leon Blum di un Fronte popolare, dall’altra parte, è da mediocri semplificatori della realtà.
E’ l’altra faccia della medaglia di chi non percepisce che le forme di razzismo e di fobia contro le minoranze sono la concretezza del fascismo odierno che si nasconde dietro il capitalismo.
Bolsonaro nè è l’esempio più eclatante, Salvini e Meloni sono i garzoni di bottega del nazionalismo italiota che ha l’orticaria non verso il capitalismo, ma verso chi non vuole un capitalismo votato all’esclusione e all’emarginazione di interi settori di popolazione. cominciando dai non inclusi per ” razza”.
Sono terrificanti incubi da fantasie biologico razziali coltivate nel sottobosco dell’amor di patria.
Così come il next generation Ue non ha nulla a che fare con il My generation degli Who.
Insomma non esiste antifascismo,se non si lotta contro lo sfruttamento capitalistico.
Se no , è retorica.

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