I 130 morti dell’ultimo naufragio nel Mediterraneo sono la conferma di quanto l’Europa delle banche, dei sovranisti, dei fascisti sia compatta al di là delle differenze sul Recovery.
Questi bambini, donne e uomini non portano niente al Pil, se muoiono sono un grattacapo in meno.
Sono questioni di difficile soluzione, dicono gli esperti, che fanno della ragioni del cuore una testimonianza di buonismo, senza rendersi conto della loro miseria morale e intellettuale, della loro nullaggine, e della loro malafede.
Sono morti di ipotermia i 130 naufraghi che hanno dato il loro contributo alla ricerca di una felicità perduta: gli accordi con la Libia, i taxi del mare, gli accordi di Dublino, il fascismo senza se e senza ma dei leghisti e dei giallisti, che berciano sul coprifuoco, sono solo contumelie contro i diritti della persona, i diritti del mare, i diritti di essere salvati anche se vieni dall’Africa o da Marte.
Mentre scrivo leggo che tutt’ora vi sono dispersi su gommoni introvabili, che le uniche organizzazioni che si battono per salvare povera gente uccisa sempre due volte nel corpo e nello spirito sono le famigerate Ong.
Ha scritto bene Maso Notarianni su Domani che quello che accade nelle acque della cultura della civiltà è un crimine dell’Europa, un darwinismo sociale che l’egoismo dei bianchi ha sempre fatto scontare a quelli che sul pianeta terra sono nati per essere schiavi.
Su questa corta pagina non c’è posto per sofisticate analisi politiche, che a me non servono.
O si è dalla parte della vita e della pienezza del vivere, o si è dalla parte della morte, della razionalizzazione del patire, della psicanalisi della paura.
Le scienze umane dell’illuminismo europeo sono spazzatura di fronte al grido di dolore di persone lasciate morire in mare, sole, al freddo calcolo delle ragioni di stato.
I bambini che dormono sul fondo del Mediterraneo sono lì a dare a me e tutti voi una ragione per vivere.

Gratuito fino al 28 aprile
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