Basterebbe scrivere un ” Del doman non c’è certezza” , la Canzone di Bacco composta da Lorenzo de’ Medici detto il Magnifico in occasione del Carnevale del 1490, cantato in coro da maschere mitologiche, per arginare la retorica narrativo – culturale debordante sul FUTURO, visto come possibilità di uscire dalla crisi di valori e conferire una speranza alle nostre vite ordinarie.
Ma rivedendo il personaggio di Romano interpretato da Carlo Verdone nella ” Grande bellezza “di Sorrentino che recita, “che cosa avete contro la nostalgia, rimasto l’unico svago per chi è diffidente verso il futuro? “, si ha l’idea che l’esplosione di senso e di maniera verso il futuro sia solo altro rumore che copre il silenzio sacro della riflessione.
Perchè se è il movimento Friday for future a reclamarlo, gli studenti e i giovani in Dad a rivendicarlo e tutti noi auspicarlo come semplice continuazione della vita, non è che questa possa diventare una menzogna strumentale per consumare anche il FUTURO come fosse una merce che noi possiamo comprare ( vedi il magnate John Huston che conversando con Jack Nicholson in Chinatown di Roman Polanski dichiara di volersi comprare il futuro….)
Il futuro è materia obbligatoria per chi ci governa, per chi ci sorveglia, per chi ha la responsabilità di darci un domani migliore.
Ma in sè il futuro, nel quale saremo tutti chissà dove, non esiste, se non come premessa a lasciare il mondo meglio di quello che è.
E la nostalgia, poi, non è una patetica rivisitazione del c’eravamo tanto amati o odiati, a seconda dei punti di vista.
Nostos,nel significato originario,significa viaggio.
Odisseo non vuol solo tornare a Itaca, il Nostos è un cercare di ritornare a se stessi nonostante il distacco, il dolore, l’esilio, la mancanza: il viaggio comporta la fine del viaggio e il futuro non lo vendi al migliore offerente, ma lo coltivi nell’autocoscienza del tragitto che hai fatto e in quello che devi ancora fare.
Che poi Verdone – Romano nel film di Sorrentino chiami la nostalgia uno “svago” lo trovo un espediente bellissimo sia per non cadere nella zuccherosa mitologia di chi vuol vivere solo di ricordi ( i tempi andati sono sempre migliori del presente solo per coloro ai quali è andata bene), mentre la nostalgia nella vecchiaia è un modo per iniziare a lasciare questa terra, un’iniziazione alla metafisica, anche se non ci credi.
Quando prendi il giornale o apri il pc e trovi che tutte le multinazionali discettano su futuro, quando le banche ti prospettano un futuro a tassi agevolati, quando i guru della lacrima sul viso nel talk – show vogliono commuovere con un ritorno al passato che rincuori il futuro, quando il bla – bla – bla sul tempo che verrà vuole allontanare l’immanenza dalla tragedia, allora significa che per pigrizia, abitudine, quieto vivere, stanchezza psicologica, vuoi solo tornare al come eravamo fuggendo dal presente.
Impossessarsi del Futuro è la solita volontà di potenza dell’Occidente, la solita presunzione intellettuale che ha esaltato Prometeo nel carpire il fuoco agli dei credendo di aver ritrovato Il Paradiso Perduto.
Il Futuro,per dirla alla E.Kant, è una cosa in sé,pensabile,ma non conoscibile.

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