L’opinione pubblica in genere fin dall’inizio della pandemia nel 2020 ha strombazzato che prima o poi sarebbe scoppiata la protesta sociale.
Dopo i fatti di piazza Montecitorio, dove ristoratori e ambulanti si sono scontrati con la polizia e dopo blocchi e cortei in tante città d’Italia per chiedere le riaperture, ci si è messi a strillare: “qualcuno soffia sul fuoco, il tutto era così prevedibile, abbiamo fatto troppo poco, nessuno resterà indietro,bisogna fare le riforme,bla, bla, bla”
Siamo rovinati?
Lo siamo, ma non tutti, se è vero che i depositi bancari sono aumentati a tal punto che con quello che gli italiani hanno in banca potrebbero comprarsi il debito pubblico.
Se la contraddizione sembra paradossale è perchè non si tiene conto di una cosa semplicissima.
Ci sono meno consumi per via del Covid e minori investimenti, quindi più soldi in banca, ma per molti i soldi in banca sono un tesoretto a cui attingere nel momento dell’estremo bisogno,non si può generalizzare.
Il Covid non solo ha accentuato le differenze di classe creando milioni di nuovi poveri, ma ha favorito categorie di ceto medio sempre più garantite da un entrata sicura: in primis pensionati e impiegati pubblici e poi impiegati in smart working, che però vengono sfruttati come bestie.
Comunque il ceto medio in salvo entra in conflitto con i nuovi diseredati da Covid.
Gli impiegati pubblici, soprattutto,vengono tacciati di essere parassiti privilegiati, mentre gli sciamani da bottega, ristoratori no mask e ambulanti vengono accusati di evasione fiscale, di fascismo, e qualunquismo.
Anche qui non si può generalizzare.
Ci sono persone serie e responsabili che continuano a lavorare nella pubblica amministrazione e nel privato e c’è gente che sta davvero male,come prima non lo era mai stata ( ex piccoli esercenti in genere), che con la destra fascista non ha nulla a che fare.
Ma gruppi di sciamannati modello Capitol Hill,con la presenza di Casa Pound,hanno fatto a Roma una gazzarra al limite del grottesco e l’atmosfera non va sottovalutata.
Anche se bisogna dire che in Italia le proteste di piazza finora sono state poche e contenute.
Ma quando esplode la guerra degli impoveriti contro altri cristi ordinari è tristezza profonda.
Vedere Sgarbi e Paragone incitare alla rivolta è ributtante, speculano da teatranti su una situazione sociale drammatica, sono tra il peggio prodotto dalla società dello spettacolo.
Ma i 945.000 senza lavoro, i 717.000 che manco lo cercano più, secondo l’Istat, sono la vera tragedia economica dell’Italia di oggi, paese ancora nel G8,ma con sacche di indigenza da Terzo Mondo visto che i poveri ogni giorno aumentano.
Si parla di guerra di tutti contro tutti, come se le tensioni sociali fra cittadini non scaturissero anche da rancori, odii sopiti, brame di potere,invidie,maldicenze.
La guerra di tutti contro tutti è il corso del mondo, inutile fare i “democraticoni” praticoni: manifestate e andate in pace.
Migliaia di italiani che non lavorano sognano di spaccare la testa ai migranti che, come Salvini ha predicato per anni, percepiscono 39 euro al giorno, per giocare con il telefonino.
L’apericena e la movida che sono considerati beni essenziali per il tempo libero dei tempi morti, oggi sono anelati da quei ristoratori che assumevano al nero ragazzotti che oggi sono a casa.
Prova a tu a fare una sintesi della manifestazione del malessere, non ci riesce manco Draghi.
I vaccini ogni tanto ci sono,ogni tanto no, per i morti siamo sempre primi a livello europeo.
Il caos nella sanità regionale a volte e’ inaccettabile, gli oltre 110.000 morti una ferita incurabile.
Siamo esausti.

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