Intanto domani 15 dicembre sono 51 anni che Giuseppe Pinelli, partigiano, ferroviere anarchico, è stato trovato morto nel cortile della Questura a Milano.
La prima versione dell’Ufficio politico di Fatebenefratelli blaterò che Pino Pinelli, fermato in Questura la notte del 15 dicembre per essere interrogato sulla strage di piazza Fontana, si buttò dalla finestra gridando” è la fine dell’anarchia” .
Così come sono 51 anni che l’anarchico Pietro Valpreda fu indicato come autore della strage.
Fu definito dalla stampa di destra, di centro e di sinistra ( l’Unità organo ufficiale del Pci titolò ” il mostro di piazza Fontana) un ambiguo individuo, ballerino omosessuale, un anarco – fascista ( l’Avanti); certamente una testa calda pronta a seminare morte e terrore in nome dell’anarchia e della sovversione.
Il presidente del Consiglio in quel lugubre dicembre del 1969 era Mariano Rumor, il ministro dell’Interno Franco Restivo, entrambi democristiani.
Pinelli e Valpreda erano innocenti, i depistaggi dello stato stragista sugli anarchici furono una porcheria colossale e indecente della storia repubblicana, la collusione fra servizi deviati e fascisti è stata comprovata in sede giudiziaria e storica.
Mi viene in mente quello che l’Egitto di Al – Sisi, a cui è stata conferita la Legion d’onore da Macron, sta facendo sulla morte di Giulio Regeni, 28 anni, ricercatore, studioso, internazionalista, dottorando all’Università di Cambridge sequestrato al Cairo il 25 gennaio del 2016.
I depistaggi dei servizi segreti egiziani sulla barbara uccisione di Giulio sono stati smascherati: il sequestro, le torture, le sevizie patite dal ragazzo sono un delitto di stato, come la famiglia Regeni ha sempre sostenuto, come tutti in Italia avevano compreso.
Un testimone ha dichiarato ai pm di Roma che indagano sulla vicenda che Regeni è stato torturato per nove giorni da quattro 007 egiziani e poi il 3 febbraio lasciato sul ciglio dell’autostrada Cairo – Alessandria.
Strage di stato italiana e depistaggio, delitto di stato egiziano e depistaggio.
E’ normale amministrazione quella di indicare in democratici di sinistra, comunisti e anarchici gli autori di complotti sovversivi.
E’ successo in Italia,è successo a Regeni tradito da sindacalisti spie, da personaggi ambigui dell’Università di Cambridge nel suo entusiasmo nell’aiutare i lavoratori egiziani…
E’ auspicabile, da quasi tutta l’opinione pubblica, che l’attuale governo regoli le relazioni diplomatiche con Al Sisi non facendo finta di niente sull’orrendo delitto.
Per la cronaca: il 13 giugno del 2018 il ministro dell’Interno Matteo Salvini dichiarò che la morte di Giulio Regeni era un affare di famiglia e che i rapporti con l’Egitto erano più importanti.
Basta questo per definire il nulla ontologico di un personaggio che si presenta come difensore della sacralità del Natale.
Noi saremo sempre con Giulio e la famiglia Regeni, con Patrick Zaki, e con tutti i perseguitati per le loro idee democratiche, socialiste, libertarie.
Come siamo stati e saremo sempre con Pino Pinelli e la sua famiglia ( e non è un modo di dire).

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