In attesa di un’alleanza nazionale contingente per quanto riguarda la manovra di bilancio del 2021 infuria la lotta politica fra i partiti, fra le corporazioni, fra i potentati della classe che deve dirigere tutto: quella padronale.

La cosa certa è che la battaglia dei tre colori con le varianti del day by day ( anche Toscana e Campania da ieri sono in zona rossa) non è uno scivolone nel mondo del pressappoco.

Se le motivazioni scientifiche dei provvedimenti possono essere opinabili, le cause extra sanitarie della soluzione cromatica sono variegate.

Sembra che la lotta delle varie tribù nazionali, che più che contendersi la corsa verso la vittoria finale sul virus non smettono di confrontarsi sul riposizionamento in chiave di consenso elettorale, politico e pure sindacale, abbia preso il sopravvento su alcune scelte.

Perchè il virus, pur tremendo, può fermare il reddito di milioni di persone, ma non deve intaccare gli interessi economico – politici delle lobbies e delle confraternite.

La vita continua, le corporazioni rimangono e stanno in trincea nella difesa del proprio territorio che non riguarda solo regioni, comuni, quartieri, zone,ma pure tutti i tickets colorati del potere.

Così l’ottimo ministro della Salute Roberto Speranza ha riconfermato Giuseppe Zuccatelli, commissario alla sanità della regione Calabria, che malediceva le mascherine con linguaggio da bar e ora si è beccato il virus ( auguri di pronta guarigione).

Lo Zuccatelli aveva preso il il posto di Saverio Coccitelli, generale dei carabinieri prestato alla Sanità, che ha affermato pubblicamente che lui di Covid non sapeva nulla

Per poi dire che forse era stato drogato durante l’intervista ( auguri di pronta guarigione).

Zuccatelli è in quota Leu, come il ministro della sanità Roberto Speranza.

Gino Strada, a cui era stato offerta la gestione della sanità calabrese, ha risposto prontamente che all’onore per l’incarico non voleva fosse aggiunto l’onere della identità governativa: nessuna risposta.

Vincenzo De Luca, sceriffo con stella cadente, presidente della Campania ha dichiarato che la zona rossa nella sua regione è frutto di sciacallaggi dei media e dei ministri; è difeso da Nicola Zingaretti.

Giggino Di Maio a sua volta difende sempre Lucia Azzolina, ministra istruzione, il Giornale difende il professor Zangrillo sempre,Salvini difende Trump e se ne frega dei 220.000 morti di Covid negli Usa.

Non solo non c’è unità nazionale, ma il primato della dialettica democratica è lasciato alla sola lotta fra sigle di marketing politico: sperando di arrivare vivi a marzo per poter votare i sindaci di Milano e Roma….

Non mi sembra, poi, che ci siano state particolari osservazioni da parte del Pd sull’operato della ministra dei trasporti Paola De Micheli che non sembra godere di buona stampa e opinione dopo che ha portato all’8o% la capienza sui mezzi pubblici, ora ridotta al 50% a furor di popolo.

Infine fra Carlo Bonomi e Maurizio Landini sfida alla western spaghetti: sembra scorra sangue, in realtà è salsa di pomodoro.

Confindustria è disposta a firmare i contratti, ma non a prorogare l’illicenziabilità dopo la cassa integrazione, mentre il buon Landini non” vede ” l’autonomia operaia e proletaria dei meno garantiti.

E’ il grigio che trionfa anche se il rosso storicamente è il colore della rivolta.

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