Il caso Uber – Italy, quello delle nobildonne e galantuomini che sfruttavano clandestini africani a 3 euro a consegna e italiani alla fame con minacce di rompere la testa a chi si lamentava, confiscando pure le mance dei rider non aggiunge nulla di nuovo alla casistica del massacro dei non garantiti.

Uso questo termine non tanto per nostalgia del ’77 ( in quell’anno c’era una disoccupazione giovanile maggiore di adesso) quanto perchè oggi è una realtà italiana da Nord Sud.

Se l’ intenzione di Confindustria di Bonomi, che ha in programma la libertà di licenziare, bassi salari e una scuola subordinata non alla formazione, ma al mondo del lavoro, con una sanità privatizzata, è il politicamente corretto della tradizione imprenditoriale italiana, quella dello sfruttamento alla Uber è l’ esempio planetario di capitalismo criminale e mafioso di oggi.

Ma Uber è una risorsa per tutto il sistema dello sfruttamento senza se e senza ma, anche se è stata commissariata dalla procura di Milano.

I capitalisti ” buoni”, Bonomi e circolo della Confindustria, infatti, possono sempre dire che in fondo c’è di peggio e che perlomeno avere un salario da fame ” regolare” è sempre meglio di guadagnarsi il pane sulle biciclette a consegnare cibo e merci varie.

Oppure è sempre meglio che lavorare in agricoltura al nero, nonostante le leggi vigenti, nelle varie filiere alimentari che inviano merci alla grande distribuzione.

Oppure in cantieri malsicuri, oppure a fare genericamente lavoretti pagati al nero, senza contributi, oppure lavorare come donne delle pulizie da mattina a sera per salari da fame.

Se invece sei disoccupato, dicunt Bonomi & Friends, nessun problema, ci sono i sussidi, il reddito di cittadinanza: tutta la pletora dei nullafacenti aspetta come la manna il Covid forever.

I sindacati confederali ogni tanto fanno testimonianza della loro tradizione, e tanto basta per tentare di garantire i ” garantiti”.

I non garantiti, però, non sono invisibili.

Sanno tutti chi sono.

Il bel gesto che considera fondamentale “il non lasceremo indietro nessuno” da parte delle classi dirigenti politiche si affida sì all’una tantum, al sussidio: non esiste una politica industriale credibile.

Un piano strategico lo hanno solo gli imprenditori – padroni del vapore: meno salario, più orario, meno scioperi, più straordinari; il Covid fornisce un’alibi a tutti quelli che hanno il pelo sullo stomaco.

Artigiani, piccoli imprenditori, non garantiti con laurea con partite Iva finte che hanno magari usato la pensione del nonno per mettere in piedi qualche idea di lavoro anche geniale, ma poco in linea con il profitto, sono caduti in questi mesi di pandemia nel vasto proletariato dei non garantiti.

Insieme ai morti di fame, che non lo devono dire, per non offendere la pubblica decenza.

Questi milioni di cittadini stanno pagando il prezzo della pezzenteria dei padroni.

Uber” maior,”Confindustria” cessat.

https://amzn.to/3lG8evs 0,99 clicca