Il modello Milano, quello che prima del Covid era considerato un modello di efficienza, organizzazione, funzionalità che metteva la metropoli lombarda fra le prime città in Europa, con la pandemia ha subito una mazzata.

Non è che tutto filasse liscio: a Milano le contraddizioni di classe sono toste vista la concentrazione di ricchezza e povertà in una delle più popolose aree metropolitane d’Europa.

Solo che oggi la città sembra opaca, triste, un po’ smarrita:pochi turisti, manifestazioni culturali azzoppate dalla necessità dall’emergenza,ma sopratutto, migliaia di posti di lavoro persi nella ristorazione per lo smart – working e per la diminutio degli affari in generale.

Eppure proprio il sindaco Beppe Sala recentemente ha dichiarato in Tv che il modello Milano non solo era in ripresa ( vero), ma che la tempra del Milan l’è un grand Milan è sempre quella.

Da milanese concordo, ma quando ho letto che il Cpr di Via Corelli per i migranti clandestini ha riaperto i battenti mi sono sentito defraudato non tanto nel mio campanilismo folcloristico, ma come abitante del pianeta terra.

Prima della sua chiusura il centro si chiamava Cpt,centro permanente temporaneo, poi Cie,identificazione ed espulsione, e ora appunto Cpr, centro permanenza per il rimpatrio.

Cambia l’acronimo, ma la sostanza resta sempre la stessa: il modello Milano non ha bisogno di un modello di concentramento per disgraziati.

La Sinistra istituzionale l’ha presa male, oggi manifesterà davanti a Palazzo Marino.

Il centro di detenzione, una schifezza perchè reclude gente per 90 giorni in attesa del rimpatrio solo perchè clandestina,è stato riaperto su disposizione del Ministero degli interni.

Cioè da questo governo.

Solo gli antagonisti, che hanno già annunciato una manifestazione per venerdì, hanno sempre avuto le idee chiare sul lager di Via Corelli.

Perchè su una cosa tutti concordano, il centro è un carcere, un lager che non doveva o non deve essere riaperto.

Secondo una vasta opinione pubblica democratica e progressista, non solo quella del centro storico che vota Pd, il lager non serve alla città, non serve al paese,non serve a nulla.

Ma, poi, proprio in questi giorni non si dovrebbero ridiscutere ed abrogare i famigerati decreti sicurezza di Salvini?

Infatti gli unici a farsi belli davanti alla svolta securitaria sono stati il vecchio missino tardo fascista assessore regionale Riccardo de Corato e naturalmente Matteo Salvini, che quando si usa la forza contro i migranti si sente appagato dalla vita.

Quando si parla di Modello Milano è ovvio che per me non è quello della Milano della moda,anche se dà lavoro…

Il Modello Milano è quello della rete di solidarietà. di volontariato, di iniziative culturali dal basso, dei centri sociali, dei centri Arci, dei vari comitati per l’inclusione, quello che ha retto nel periodo nero del Covid, quello che merita di vivere in una città medaglia d’oro della Resistenza.

Amen.

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