Il 20 e il 21 settembre saranno i giorni dell’election day.
In sei regioni e in più di mille comuni si voteranno governatori e sindaci,a livello nazionale poi c’è la ciliegina sulla torta: il referendum confermativo sul taglio dei parlamentari.
L’affluenza alle urne sarà inevitabilmente condizionata dalle mascherine e dalla distanza per il covid.
Dove si vota per tutto vi è il rischio assembramento, dove si vota solo per il referendum, 13 regioni, c’è il rischio diserzione.
Ormai sappiamo tutto sulle regionali rinviate da maggio a domenica per via della pandemia.
Solo se il centrosinistra e in particolare il Pd perdesse la Toscana in favore della leghista salviniana Susanna Ceccardi, quella per cui Imagine di Lennon è una canzone comunista, quella che ha sdoganato Forza Nuova e i fascisti del Boia chi molla nella regione, il governo rischierebbe grosso, e il povero Zingaretti sarebbe nei guai.
Dando per scontata la vittoria della destra in Veneto con Zaia,in Liguria con Toti, nelle Marche, in Puglia, e appunto in Toscana si gioca la partita che vale la qualificazione…. alle elezioni politiche.
Perchè senza entrare nel merito delle singole consultazioni regionali, così come per il referendum, quello che appare chiaro e distinto in termini cartesiani è che in Italia si vota sempre sperando che la campagna elettorale sia indefinita: si vota oggi, sperando di votare domani, sopratutto per la destra,
Per la estrema destra di Salvini e Meloni,infatti, tutto va bene se puoi mettere in difficoltà Conte ( dalla sanità, alla scuola,al referendum,alle regionali).
Per la sinistra il messaggio è inverso: tenere, tenere, tenere che non è però resistere, resistere, resistere.
E infatti domenica è stato messo in mezzo pure il Ricovery Fund, il Mes, l’Europa..
D’altronde ormai è così in tutto il globo:la vita non solo è tutto un quiz ma l’eteronomia dei mezzi prevale sempre sull’autonomia dei fini.
Se il valore di scambio prevale sul valore d’uso, il voto di scambio, utile, è il motore della fine delle idee di valore, che lascia spazio all’ideologia delle merci; il voto, a volte, sembra solo la conferma del mercato.
In altri termini non si cerca mai il bene relativo a un fine e la democrazia del suffragio universale, conquistata dal movimento operaio, dal proletariato, dalle femministe nella loro lunga storia, è ridotto a un mezzo per tenere il potere per il potere.
E poi dicono che l’astensione è anti politica.
Ma è la democrazia, bellezza….e contro i fascio leghisti difficile non votare.
E poi l’astensione senza se e senza ma, non la praticarono nemmeno gli anarchici della colonna Buenaventura Durruti in Spagna nel ‘ 36….

Rispondi