Brano tratto da 1939 – 1945 Il racconto della guerra giusta, vol I di Pierluigi Raccagni
1939. LA STRAGE STRATEGICA
La strage in Polonia non fu un eccesso nazista, la guerra per Hitler voleva dire la liquidazione dei giudei e dei comunisti.
L’elenco dei crimini è lungo, ma il senso politico è corto: dice che il na- zismo era tutto meno che una scelta all’interno di quello che noi comu- nemente chiamiamo civiltà.
Prima abbiamo visto le stragi all’interno delle cronache di guerra, ora vanno viste all’interno della strategia del nazismo: che era unicamente una strategia di morte.
Forse non si riesce a comprendere pienamente quale sia stata la valenza biologico-razziale della guerra scatenata da Hitler.
Gli alti comandi della Wehrmacht, viene spesso sottolineato, rimasero turbati dagli eccessi delle Einsatzgruppen.
Solo che a renderli inquieti e nervosi su quello che accadeva in Polonia non erano le sofferenze della popolazione ebraica e in generale dei subumani massacrati secondo codice etico nazista.
I militari, che prima della caduta di Varsavia avevano compiuto eccidi giustificati dalle esigenze militari dell’azione, temevano che gli eccidi minassero il morale dei soldati e dell’intera popolazione tedesca.
Il loro disappunto era quello che i tedeschi passavano per spietati e crudeli macellai in tutto il mondo civile, altro che soldati pronti al supremo sacrificio per il Reich!
Per avere un’idea di cosa stiamo parlando, bisogna leggere quello che in un memorandum scrisse Johannes Blaskowitz generale della Wehrmacht che denunciò le atrocità naziste: “è controproducente nel massacrare qualcosa come 10.000 ebrei e polacchi come attualmente viene (…) Infatti in questo modo né si uccide l’idea di uno stato polacco nella massa della popolazione, ne vengono eliminati gli ebrei. Al contrario: il modo in cui si uccide porta con sé gravissimi danni, complica i problemi e li rende molto più pericolosi che se venissero trattati con maggiore ponderatezza e sagacia (…)
Alla propaganda nemica viene offerto un materiale che non potrebbe avere maggiore efficacia in tutto il mondo (…)
Non c’è bisogno di far riferimento ancora una volta al ruolo della Weh- rmacht che è costretta ad assistere a questi crimini senza poter reagire (…)
Quando alte personalità delle SS e della polizia pretendono atti di violenza e brutalità e li elogiano pubblicamente, ciò significa che entro brevissimo tempo comanderà solo il violento (…).
Richard Rhodes, Gli specialisti della morte. I gruppi scelti delle SS e le origini dello sterminio di massa, Milano 2005.
Himmler, d’altronde, è quasi spiaciuto di quel che accade come il buon Blaskowitz, perché udite, udite come giustifica i massacri in Polonia: “naturalmente può succedere a oriente che un treno – ma non solo quello degli evacuati – si geli e la gente muoia assiderata Può succedere, purtroppo succede anche con i tedeschi. Non si può far niente per impedirlo, quando si è in viaggio da Lodz a Varsavia e il treno rimane bloccato per dieci ore sulle rotaie. Non si può prendersela né con il treno, né con nessun altro. È il clima. È spiacevole per i tedeschi, spiacevole per i polacchi, spiacevole, se proprio si vuole anche per gli ebrei, ammesso che vi sia qualcuno che desideri avere pietà di loro. Ma non è intenzionale, né lo si può impedire. Non è il caso di levare un gran lamento per questo”.
R. Rhodes, op. cit

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