L’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia parla chiaro: c’è il rischio, ennesimo, che la mancanza di liquidità delle imprese e dei lavoratori dopo il Covid porti le mafie a controllare il flusso di denaro in circolazione più dello Stato o del Ricovery Fund.
Se qualcuno sostiene che siamo alle solite, in Italia senza il consenso del parastato mafioso non si puà fare nulla, ha ragione, ma con riserva.
E non perchè Messina Denaro è latitante dal 1993.
Così come l’oro dei nazisti e il patrimonio delle SS, o i soldi dei tagliagole come Gheddafi, Milosevic, ecc è stato per mezzo secolo in vari paradisi fiscali,ora a livello mondiale le varie mafie controllano con uno smart working criminale la finanza internazionale a proprio piacimento.
E il riciclaggio perpetuo del denaro sporco, con l’aiuto di istituti finanziari internazionali ha reso impossibile distinguere i soldi puliti, da quelli sporchi.
Traffico di essere umani, narcotraffico,mazzette in tutte le direzioni, evasione fiscale,gioco d’azzardo, sfruttamento bestiale dei lavoratori costituiscono un welfare esentasse a cui attingere senza problemi.
La faccia del capitalismo non può fare finta di niente, il vero cancro del mercato è determinato dagli usurai in guanti bianchi che troneggiano nelle varie regioni d’Europa.
Ma il bello è che più frugali – rigoristi e perbenisti ( non solo l’Olanda di Joan Crujiff ma anche la cattolica Austria della principessa Sissi,) spingono l’Italia all’angolo con veti agli aiuti per il dopo Covid, più danno la stura ad un incremento dell’illegalità e del nazionalismo bieco.
Perchè l’arte d’arrangiarsi vale per tutti, basta nascondere la polvere del traffico internazionale di armi e droga sotto l’Iban di un conto estero e tutto va bene.
Insomma il lavoro puzza di clandestinità, di disgraziati, di ingenui, i soldi invece profumano di morte.
Ma se li chiami capitali d’investimento o fondi, anche la spazzatura morale ha il suo fascisno e il Covid la sua funzione di incremento della ricchezza.

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