Speriamo che riprenda la lotta degli sfruttati contro gli sfruttatori, alla faccia di chi vorrebbe ulteriormente dividere i poveracci di tutto il mondo.

Come ricordato più volte la lotta di classe storicamente non è la lotta delle varie etnie, corporazioni, lobbies, interessi materiali che determinano la società civile e che oggi sembrano prevalere sul concetto stesso di umanità.

Non è nemmeno l’invidia sociale di cui parla la destra liberale, o quella ricordata da Salvini il 4 luglio a Roma in piazza: quell’invidia di cui parlava Berlusconi al tempo del suo mandato è tipica di chi considera i diritti dei lavoratori una concessione dei padroni” buoni”.

La lotta di classe è anzitutto solidarietà, fratellanza con chi vive sotto il ricatto di un lavoro salariato o di una disoccupazione coatta.

Oggi, lo scriviamo da tempo, è considerata inutile, sembra essere una sciagura venuta dal cielo, non una rivendicazione legittima che nella storia della democrazia ha migliorato la società in tutti i sensi.

Quando in questo periodo senti le lamentele di chi ha accumulato fortune sulla rendita e sul lavoro degli altri non puoi altro che rammentare che la ricchezza non si crea dal nulla o solo dal denaro, ma dalla traduzione del denaro sul mercato delle merci:è la compravendita della forza lavoro che santifica il regno dell’uomo sulla terra.

Certo, pare questa una lezioncina tardiva di marxismo, ma purtroppo è la dimensione attuale del dibattito.

(Il “compagno”Graziano Delrio ha dichiarato che gli imprenditori saranno i principali artefici della rinascita…..)

Occorrono investimenti, occorre dare soldi alle aziende, occorre capitale: d’accordo.

Ma per fare?

Per licenziare, per ristrutturare, per usare la tecnologia come strumento di sfruttamento?

La risposta sta nel pensiero dominante di Trump, di Salvini, della destra parafascista: lotta fra poveri per il pane quotidiano.

Ma anche nella cerchia dei nuovi padroni e delle nuove caste della sinistra mercantile, merceologica e parassitaria la lotta di classe non è ben vista: come conciliare prebende sontuose di ex sindacalisti, ex parlamentari, ex ed post del socialismo di facciata,( Bertinotti & friends), con la presa di coscienza da parte degli sfruttati?

Sola una contesa chiara, sincera, limpida nei suoi interessi material e ideali può arginare quello che tutti si aspettano: un autunno caldo del tutti contro tutti, delle gilde contro altre gilde, dei cartelli contro altri cartelli, delle “razze contro altre ” razze”, delle nazioni contro altre nazioni etc.

Il paradiso del capitalismo può attendere.

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