Le notizie che provengono dagli Stati Uniti d’America da noi sarebbero etichettate come status di una crisi pre -rivoluzionaria.

A Minneapolis,Los Angeles,Dallas,Philadelphia, Phoenix, New York Chicago,Washington, Denver,S. Francisco,Indianapolis e in altre città” from the east to the west”, stato di coprifuoco, quattro morti accertati, blindati nelle strade,scontri sanguinosi fra forze dell’ordine e dimostranti: la polizia non si risparmia lanciando Suv contro i cordoni dei manifestanti.

Neri e bianchi si sono riversati nelle strade contro il governo centrale repubblicano al grido no Justice, no peace: la pentola è scoppiata in tempo di pandemia con il conseguente massacro fisico e sociale del proletariato afro e ispanico, ( 40 milioni di disoccupati).

Donald Trump, ha sottovalutato la pandemia, ( più di 100.000 morti), ha silurato a giorni alterni l’infettivologo Anthony Fauci che gli consigliava di non fare il negazionista Covid sulla pelle dei suoi concittadini, ha consigliato di iniettarsi disinfettante nelle vene contro il virus.

Ora si appresta ad aizzare cani feroci contro il furore afroamericano che circonda la Casa Bianca: ma l’animale più feroce è sempre lui con il suo razzismo e fascismo da film americano sulla eterna discriminazione razziale.

Questa volta la scintilla, partita dal terribile omicidio dell’afroamericano George Floyd da parte della polizia di Minneapolis, ha partorito una rivolta che va ben oltre la lotta plurisecolare dei neri contro gli ariani nazi – fascisti per la difesa dei diritti civili.

Il movimento americano di sinistra, che include diritti delle donne, dei gay,dei milioni di Miserables dei ghetti, degli studenti universitari, degli intellettuali democratici, di quelli che votano Sanders, scende nelle strade sfidando il coprifuoco ( non la quarantena) contro un sistema che da noi in Italia, ad esempio, è considerato il migliore dei mondi possibili dalla estrema destra reazionaria.

Pensando al ’68 americano, vi si ritrovano forti analogie, ma anche qui la verosimiglianza del mito, l’eroica epica del” Power to the people”, può portare ad affrettati parallelismi.

Negli Anni Sessanta la contestazione ( si chiamava così) alla guerra del Vietnam anticipò in tutto il mondo il ’68: le Pantere nere di Bobby Seale e Newton, Angela Davis, Malcom X, Martin Luther King, il concerto di Woodstock, i figli dei fiori,Bob Dylan, Joan Baez etc parlavano ai giovani rivoluzionari di tutto il mondo, Italia compresa.

Oggi il governo di Donald Trump è l’emblema del ’68 della destra reazionaria,del fascismo viscerale, dei miliardari al potere politico, dell’amministrazione che vuole rimettere in discussione diritti conquistati in decenni di lotte da parte dell America democratica, socialista e pure rivoluzionaria.

La diffusione delle armi negli States, prevista dalla Costituzione, ora si ritorce contro l’establishment.

Certo nel movimento ci sono pure provocatori suprematisti bianchi,ma la sostanza della protesta non cambia; in ogni rivolta di popolo ci sono infiltrati, provocatori, polizia,servizi segreti ( in Italia ne sappiamo qualcosa dagli anni sessanta…)

Quando si spara, si incendia, si saccheggia quando si arriva a punti di rivolta insurrezionali qualcosa si è rotto: e per ricucire non basta l’esercito e la Guardia nazionale:

God bless Amerika

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